Cimitero di Carpenedo, lavori in corso

A tre giorni dall’assalto di visitatori pavimentazione dissestata, rischio di caduta di calcinacci e loculi irraggiungibili
Di Giacomo Costa

La pavimentazione è dissestata, dalle coperture rischiano di precipitare calcinacci e in alcuni settori quasi metà dei loculi risultano perciò irraggiungibili, resi inaccessibili da uno stuolo di alte transenne con tanto di cartello che vieta il passaggio: nel cimitero di via Santa Maria dei Battuti, a Mestre, ad appena una manciata di giorni dalle commemorazioni dei defunti, fissata per mercoledì 2 novembre la situazione resta la stessa che i cittadini lamentano ormai dal 2013, tra lavori mai portati a termine e spazi abbandonati a sé stessi, tanto che qualcuno, esasperato, ha deciso di alzare la testa e chiedere spiegazioni a chi di dovere. «L’ufficio tecnico del Comune da anni ci risponde che la manutenzione non è ancora stata messa in bilancio, mentre gli addetti Veritas sostengono di non avere competenza per i lavori», raccontano due cittadini preoccupati, fattisi portavoce del malcontento di tanti altri mestrini. «Sono tre anni che le aree interdette si moltiplicano di mese in mese, con cartelli che avvisano del pericolo crolli, del rischio inciampo, che mettono in guardia dall’oltrepassare le barricate... Per portare i fiori nei loculi dei propri parenti, però, in molti ignorano i divieti, tanto che tra le transenne si possono notare molte scale d’acciaio, normalmente sfruttate per raggiungere le tombe più alte. A breve, per le commemorazioni dei defunti, il cimitero si riempirà di persone, cosa succederà allora?».

I problemi sono principalmente concentrati nel reparto 5 del complesso di via Santa Maria dei Battuti, dove quasi un fabbricato su due presenta ampi tratti isolati dietro barriere metalliche; i cartelli appesi tanto sulle sbarre di acciaio quanto tra le stesse lapidi spiegano che, in quelle zone, vi è il pericolo che frammenti di intonaco e cemento si stacchino dai muri e dalle tettoie, ed effettivamente alzando lo sguardo è possibile individuare subito crepe e fratture, a volte persino “evidenziate” con la vernice blu, forse in vista di un futuro intervento.

Anche spostandosi negli altri reparti, comunque, la situazione non appare rosea: le transenne compaiono a macchia di leopardo anche nei reparti 1, 2, 3 e 4, e più di un ossario privato risulta avvolto nel nastro segnaletico; quasi ovunque, poi, cartelli a pavimento bianchi e gialli segnalano il pericolo di inciampo in cui si incorre passeggiando per i vialetti lastricati, dove le radici di siepi e cipressi, in concerto con anni di intemperie, hanno finito per scavare grosse buche e sollevare dossi irregolari tra l’asfalto e la ghiaia.

Solamente le aree di costruzione più recente, come la 6 e la 7, sembrano libere da problemi.

Anche nel cimitero di Marghera, in via delle Querce, si scorgono transenne e zone recintate, ma fortunatamente nessuna sembra impedire ai visitatori di rendere omaggio ai loro cari estinti (ma pure nel camposanto della città giardino la pavimentazione per lunghi tratti appare dissestata). Più piccoli e gestibili, i cimiteri di Chirignago, Zelarino e Trivignano sembrano invece più sicuri, eccetto anche qui per qualche radice di troppo, piuttosto il piccolo complesso di via Chiesa sembra dover fare i conti con numerose concessioni di loculi scadute, ma per questo bisognerà aspettare dopo il 2 novembre, e più probabilmente il 14 del mese, quando inizieranno gli interventi nei reparti.

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