Ciclista morto in gara indagini sui certificati

Fiesso. Eseguita l’autopsia su Sandro Pennazzato, il 48enne colpito da infarto La magistratura vuole stabilire se il decesso potesse essere evitato. Oggi l’addio

FIESSO. È stato un infarto a uccidere Sandro Pennazzato, il ciclista di 48 anni morto per infarto alla “Prosecchissima”, una gara di ciclismo che si è tenuta domenica scorsa a Miane (Treviso). La Procura ora ha chiesto che vengano anche effettuati accertamenti sui certificati medici rilasciati all’uomo per partecipare alle attività agonistiche. A volere l’autopsia era stata la moglie che aveva chiesto espressamente l’esame alla magistratura, la quale, in un primo tempo, aveva valutato la morte come naturale.

La tragedia ha colpito gli amici del gruppo sportivo Simion Race Team. Pennazzato era in regola con i certificati per l’attività sportiva e avrebbe dovuto rifare come da routine l’elettrocardiogramma sotto sforzo il 22 aprile. Ai funerali, previsti per oggi alle 16 nella chiesa di Fiesso, ci saranno tutto il paese e gli amici del gruppo sportivo. Il ciclista ha accusato il malore quando stava affrontando la prima salita impegnativa del percorso, quella delle Prade. Il 48enne, che non aveva accusato alcun malessere prima della gara ed era in regola con i certificati medici, ha rallentato improvvisamente e si è accasciato a terra.

Il dramma si era consumato nelle prime, concitatissime fasi dell’avvio della gara che vedeva ai nastri di partenza quasi 1500 atleti e amatori provenienti da varie località del Veneto, e non solo.

Pennazzato, un lungo profilo da sportivo alle spalle, non aveva accusato alcun malessere prima della gara e non appena scattata la corsa ha iniziato a correre sul tracciato, imboccando la prima salita impegnativa del percorso, quella delle Prade. Lì il malore. Pennazzato ha rallentato di colpo, crollando a terra di schianto con la sua mountain bike. Ad accorgersi di quel che stava accadendo e della gravità delle condizioni dell’atleta un altro corridore, medico di professione, che seguiva la bicicletta di Pennazzato a distanza di pochi metri.

È stato lui il primo a prestare soccorso al 48enne richiamando poi l’attenzione del personale di gara e degli altri spettatori che assistevano alla competizione lungo il primo tratto del percorso. Immediato l’allarme a Miane, dove sono subito arrivate le ambulanze posizionate dal Suem 118. Le condizioni di Pennazzato erano disperate. Rianimato sul posto è stato caricato in ambulanza e trasportato d’urgenza all’ospedale di Conegliano. Un viaggio in piena emergenza, nel tentativo di mantenere stabili le sue condizioni. Poco dopo l’arrivo al pronto soccorso di Conegliano, però, il 48enne è stato dichiarato morto.

Inutile purtroppo la celerità dei soccorsi, e così l'impegno dei sanitari che hanno fatto di tutto per salvare la vita all’atleta. La gara non è stata fermata perché, per quanto gravi fossero le condizioni di Pennazzato, nessuno immaginava che la situazione volgesse al peggio». Gli inquirenti ora vogliono accertare le cause dell’infarto, per le quali ci vorrà del tempo, e capire se i certificati di idoneità sportiva fossero stati rilasciati correttamente e se l’uomo fosse stato sottoposto a tutti gli esami del caso.

Giorgio Barbieri

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