Ciclista cade sul tombino il Comune paga i danni

ORIAGO. A undici anni era finita con la bicicletta su un tombino sporgente, non era riuscita a mantenere l’equilibrio, cadendo rovinosamente sull’asfalto e rompendosi il naso: la madre vince la causa contro il Comune e ottiene un risarcimento danni di 7.100 euro. L’incidente risale al 7 agosto del 2010, erano le 20, in via Emilia nella frazione di Oriago. La caduta era costata alla ragazzina una corsa al pronto soccorso: il referto medico parlava di una ferita lacero contusa al labbro superiore e una frattura alle ossa nasali.
Per questo L.G., la madre della ragazzina, ha chiamato in causa il Comune di Mira per il risarcimento dei danni patiti dalla figlia, che all’epoca dell’incidente aveva undici anni. Difesa dall’avvocato Giorgio Caldera del Foro di Venezia, il genitore ha chiesto che l’ente proprietario della strada dov’è avvenuto il fatto, ossia il Comune di Mira, pagasse per quando subìto dalla ragazzina. È stata intentata una causa in sede civile contro il Comune, nei giorni scorsi è stata depositata la sentenza pronunciata dal giudice monocratico Enrico Schiavon del tribunale ordinario di Venezia.
Secondo la difesa, la caduta era stata causata dall’urto con il tombino che sporgeva di alcuni centimetri rispetto al manto stradale. Il Comune, dal canto suo, ha messo in evidenza come ci fosse stata una esclusiva, o quanto meno concorrente, responsabilità della ragazzina che, anziché circolare sulla parte destra della carreggiata, viaggiava al centro di via Emilia, dove si trovava il tombino ben visibile e quindi evitabile. La sporgenza del chiusino era cosa nota, tanto che in fase di udienza un teste che abita nella via lo ha definito “un cucuzzolo”. Se la ragazzina lo avesse schivato, insomma, non sarebbe caduta.
Il giudice, pur ritenendo che la minore avrebbe potuto arrestare la marcia della bici e scansare l’ostacolo visibile, ha accolto la domanda di risarcimento ritenendo sussistente la corresponsabilità del Comune in quanto proprietario della strada dove si è verificato il fatto e, conseguentemente, obbligato ad esercitare il continuo controllo per evitare situazioni di pericolo per gli utenti della strada.
La madre della ragazzina ha così ottenuto il 50 per cento del risarcimento dei danni biologico, morale e patrimoniale, liquidati in 7.154,67 euro complesssivi, oltre agli interessi dalla data del fatto.
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