Ciclabile sul ponte della Libertà, appello per la sicurezza

Venerdì assemblea in municipio a Mestre con associazioni e tour operator. Si pensa anche a una manifestazione
Lavori sul ponte della libertà per la costruzione della pista ciclabile
Lavori sul ponte della libertà per la costruzione della pista ciclabile

MESTRE. È partita nelle scorse ore la richiesta di incontro urgente al commissario straordinario Vittorio Zappalorto da parte delle associazioni che sono preoccupate per il cantiere della pista ciclabile sul Ponte della Libertà, che va avanti anche se con intoppi, ma che non avrà entro maggio, quando il tram comincerà le sue corse da Mestre verso Venezia, un collegamento sicuro per i ciclisti, alternativo al cavalcavia di San Giuliano che diventa off limits per le due ruote. Il progetto del collegamento con via Torino e il Vega passando per i Pili, infatti, anche se finanziato, non vede all’orizzonte veloci cantieri.

Le associazioni di Mestre ora si sono alleate con quelle di Venezia per far sentire una voce univoca all’orecchio di Zappalorto e chiedere la risoluzione delle criticità del progetto. «È stata riasfaltata la banchina pedonale sul lato sud del Ponte della Libertà», scrivono le associazioni a Zappalorto, «con l¡¦idea di trasformarla in un percorso ciclopedonale promiscuo bidirezionale le cui misure però risultano inferiori a quanto stabilito dalle norme vigenti; permangono dubbi sulla percorribilità in sicurezza della passerella a sbalzo in fase di realizzazione all’altezza dell’¦immissione verso il Tronchetto».

Lavori in corso per costruzione pista ciclabile sul Ponte della Libertà, Venezia
Lavori in corso per costruzione pista ciclabile sul Ponte della Libertà, Venezia

Preoccupa anche la previsione di un percorso promiscuo da via Righi ai Pili nel percorso «dal Vega, uscita sottopasso ferroviario». Non esiste alcuna soluzione «per raccordarsi al percorso, al di fuori del cavalcavia ferroviario» per mantenere il parco di San Giuliano, come luogo di unione tra Venezia e Mestre. Infine, in uscita da Venezia, preoccupa il tratto «promiscuo fino alla banchina di congiunzione con il ponte ferroviario e successivamente percorso in sede stradale fino alla stazione di Marghera (via Righi zona Vega). Le associazioni, quindi, segnalano al commissario i problemi più evidenti per i ciclisti che vorranno andare a Venezia (e sono tanti specie nel periodo estivo che usano le due ruote per collegarsi al Lido).

Denunciano la «pericolosità della sede stradale per l'inserimento del binario che in alcuni tratti risulta a un metro circa dal guardrail» e ancora il «restringimento della carreggiata sul ponte di San Giuliano» e l’impedimento ad usare il tratto di banchina per la pista a sbalzo «lato sud arrivo a Venezia; la collocazione di pali luce nel tratto renderebbero impraticabile l'uso del tratto anche in assenza delle strutture di cantiere».

A chiedere un incontro urgente sono tredici associazioni: la federazione degli amici della bicicletta, Rosso veneziano, pedale Veneziano, il gruppo La Salsola, Arte in bici, il Nordic Walking Mestre, i ciclisti di Favaro, gli Amici delle Arti, Legambiente, l’Ecoistituto del Veneto e per il centro storico, l’Unione ciclisti Lido di Venezia, la Venezia Triathlon. E ancora cinque operatori turistici di Venezia, Vicenza, Carpi che organizzano escursioni a Venezia sulle due ruote. Venerdì alle 17.30 si terrà nella sala consiliare del municipio di Mestre in via Palazzo un incontro pubblico in cui saranno anche decise le prossime azioni, tra cui una manifestazione di protesta, e la possibile richiesta di ottenere il permesso per le bici di salire sui tram diretti a piazzale Roma.

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