«Ciao vagabondo» Il rombo delle moto per l’addio a Loris
Quarto d’Altino. Il commosso saluto degli amici al “gigante buono” stroncato da un malore a 42 anni
QUARTO D’ALTINO. Il rombo delle motociclette, quelle due ruote che erano la sua grande passione. Una serie di interminabili applausi e poi quella canzone, “Io vagabondo” dei Nomadi, cantata a squarciagola dagli amici, con le braccia levate al cielo. Così la comunità di Quarto d’Altino e tutta la grande famiglia dei bikers hanno dato l’ultimo saluto, ieri pomeriggio, a Loris Vanzetto. All’età di 42 anni, un malore improvviso lo ha strappato al grande affetto dei suoi familiari e amici.
Purtroppo Loris già da diversi anni era alle prese con una serie di problemi di salute. Una decina di anni fa aveva subìto un trapianto di rene e adesso, oltre a doversi sottoporre a ulteriori cure, era in attesa di un nuovo intervento. Un improvviso malore, però, ne ha spezzato troppo presto la vita.
Loris era «un gigante buono», amato da tutti per la sua bontà e il carattere gioviale. La sua grande passione erano le moto, in particolare le Harley. E proprio le due ruote sono state le protagoniste della toccante cerimonia di ieri. Il centro di Quarto è stato invaso dalle moto dei tanti amici di Loris, alcuni dei quali hanno percorso anche centinaia di chilometri per essere presenti. Un corteo di moto ha scortato il feretro dall’ospedale Ca’ Foncello di Treviso fino alla chiesa di San Michele, dove si sono svolte le esequie. Altri bikers si sono aggiunti al corteo alle porte di Quarto d’Altino. Alla fine si conteranno quasi un centinaio di motociclette. Ad accogliere il feretro una grande folla, composta soprattutto da giovani, assiepati sui due lati del sagrato e sulla piazza antistante la chiesa. All’ingresso e all’uscita dalla chiesa due interminabili applausi. Ma, soprattutto, per salutare l’amico di tante giornate insieme, il rombo dei motori di alcune motociclette, a squarciare il velo di tristezza di un afoso pomeriggio.
Ma il momento più emozionante dell’intera cerimonia è stato forse durante il corteo funebre, che dalla chiesa ha accompagnato Loris verso il cimitero. A precederlo quattro motociclette, con in sella alcuni degli amici. A metà strada, in via Marconi, la sosta al bar, ritrovo di tante occasioni. All’arrivo del feretro hanno risuonato le prime note di “Io vagabondo”, con la voce dei Nomadi presto sostituita da quella degli amici, che a squarciagola hanno intonato il testo, accompagnate da un «ciao Loris». Oltre ai tanti amici, Loris Vanzetto lascia la mamma Lucia, a cui era molto legato, il fratello Denis e le adorate nipotine Nicole e Sofia.
Giovanni Monforte
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