«Ciao Stefano, noi non ti diciamo addio»

SPINEA. «Non chiamateli funerali, con il suo sorriso oggi Stefano ci chiede di essere accompagnato a Dio». Chiesa di Santa Bertilla gremita di giovani ieri pomeriggio per l’addio a Stefano Lazzarini, il centauro morto giovedì scorso dopo essere finito con la sua moto contro un’auto, in via Moniego Centro, a Noale. È il parroco don Marcello Miele a interpretare il pensiero di famigliari, fidanzata e amici stretti del trentenne di Spinea, che in questi giorni di lutto sono riusciti a trovare la forza di declinare in speranza il vuoto lasciato dal giovane. Tantissimi i giovani, ex compagni di squadra del Rugby Mirano, gli scout in uniforme, i colleghi della Moncler di Trebaseleghe e i tanti amici di famiglia di Spinea. «Non siamo qui per consegnare Stefano alla morte e quindi celebrare il suo funerale», ha detto don Marcello durante l’omelia, «quelle di oggi sono esequie, cioè l’accompagnamento di Stefano all’incontro con il Signore della vita. Altrimenti il credo che noi recitiamo ogni domenica in chiesa sarebbe pura e semplice accademia». Commovente la preghiera unitaria letta subito dopo, accogliendo in un’unica orazione tutti i messaggi lasciati da parenti e amici. Anche fuori della chiesa, che non è riuscita a contenere tutti i partecipanti alla funzione, molti hanno voluto lasciare l’ultimo pensiero nel libro dei ricordi: per tutti, un’immagine, una delle tante di Stefano felice e sorridente, a bordo di quell’aereo, con il pollice alzato, come a dire: tutto ok. La frase scritta nei giorni scorsi dalla fidanzata Camilla, è diventata un messaggio per tutti, nel segno delle parole pronunciate dal parroco durante l’omelia e lasciate a ognuno dei convenuti: «Un rugbista non muore mai, semmai passa la palla». L’ultimo viaggio di Stefano, accompagnato dai propri cari, è stato verso il cimitero di Spinea.
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