«Ciao Pietro, facevi il bene in silenzio»

Il Duomo di Mirano gremito di amici e pazienti per i funerali del luminare della Cardiologia italiana scomparso a 75 anni
Di Filippo De Gaspari

MIRANO. Una folla nutrita, ma attesa, ha dato ieri mattina l’ultimo commosso saluto a Pietro Pascotto, l’ex primario di Cardiologia scomparso mercoledì scorso in ospedale a Treviso, dov’era ricoverato per le complicanze di un’infezione intestinale. Politici, sportivi, colleghi di ieri e di oggi, sindaci, amministratori, ma soprattutto tanti comuni ex pazienti hanno voluto rendere omaggio al cardiologo nella camera ardente allestita nella sala consigliare di Mirano e poi nel rito funebre, celebrato in duomo dal parroco don Artemio Favaro, con il suo predecessore monsignor Lino Regazzo e i sacerdoti del territorio. Sul feretro e agli altari della chiesa, una coperta di rose rosse, simbolo di quel cuore che Pascotto ha curato per una vita intera.

Alcuni di quei pazienti oggi erano tra i banchi del duomo di San Michele, a ringraziare ancora una volta, l’ultima, quel medico che ha ridato loro speranza e aspettative di vita. Non sono mancati i rappresentanti del volontariato e delle associazioni, con i quali Pascotto ha collaborato e ai quali era legato. «Pietro se n’è andato in maniera sbrigativa e silenziosa», ha detto don Artemio, «quasi a non voler creare disturbo». Era così Pietro Pascotto, personaggio in vista della medicina e della società, ma discreto e riservato su tutto ciò che riguardava la sfera privata e la sua salute. Nell’omelia, il parroco ha ricordato la “missione” di Pascotto, che era insieme lavoro e passione: «A testa alta e con dignità ha saputo donare, senza sconti. Ha sovrapposto la strada della speranza con quella della solidarietà, verso i malati che a lui hanno chiesto aiuto per vivere». Missione che Pascotto ha svolto senza ergersi a salvatore di nessuno: «Come Dio, che non è venuto a mistificare la sofferenza, a far chiacchiere sul dolore», ha detto don Artemio, «finendo per diventare un Dio sconfitto e crocifisso».

Applausi, a fine cerimonia, si sono levati spontaneamente dall’assemblea quanto il parroco ha salutato e ringraziato la moglie Paola e i figli Andrea e Sara, anch’essi medici, prima dell’ultimo saluto al “leone di Mirano”, com’era chiamato: «Ti vogliamo pensare già accanto a quel Dio che hai sempre amato e servito». In prima linea nel commiato i sindaci dell’Asl 13, ex primi cittadini del territorio, parlamentari come Davide Zoggia e Michele Mognato, politici in vista della stagione politica in cui Pascotto ha operato, come Piergiovanni Malvestio, Mario Rigo, Marco Boato. Bruno Pigozzo per il consiglio regionale e gli ex consiglieri veneti Carlo Alberto Tesserin e Lucio Tiozzo. Non sono mancati il nuovo direttore generale dell’Asl 13 Giuseppe Dal Ben e i colleghi primari di ieri e di oggi, l’ex delfino Bernhard Reimers, oggi, grazie anche a Pascotto, uno dei massimi esperti cardiologi, Eligio Piccolo, il professor Gaetano Thiene dell’Università di Padova. Dopo le esequie la salma ha proseguito per Portogruaro, dove Pascotto era nato 75 anni fa.

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