«Ciao Omar, sarai sempre il mio principe azzurro»

Cinquecento persone commosse danno l’addio al ventenne morto in moto Striscioni e palloncini fuori dalla chiesa, lacrime alle parole della fidanzata Giulia
Di Gianluca Codognato
Funerale di Omar Stefani presso la chiesa di San Giuseppe in viale San Marco, Mestre
Funerale di Omar Stefani presso la chiesa di San Giuseppe in viale San Marco, Mestre

Lo hanno voluto ricordare in tanti modi: con i palloncini bianchi e rosa “sporcati” con i propri nomi e liberati in cielo a fine cerimonia; con due enormi striscioni e la dedica più intima, “sarai sempre nei nostri cuori”; con un telo variopinto puntellato da firme e fotografie; con le splendide parole rotte dal pianto della fidanzata Giulia, capace di commuovere con una dedica al suo “piccolo principe azzurro” oltre 500 persone impietrite dal dolore.

L’ultimo saluto a Omar Stefani, studente del Volta morto domenica a vent’anni in un incidente stradale con la sua moto, s’è consumato in un clima straziante e in un silenzio irreale, rotto dai singhiozzi e dai pianti dei tanti compagni di scuola e amici giunti nella chiesa di San Giuseppe con lo sguardo attonito di chi non crede che quel terribile dramma sia reale. La folla s’è riunita fuori dalla chiesa mezz’ora prima della cerimonia. Soprattutto ragazzi giovanissimi, con occhiali da sole, i capelli alla moda, qualcuno con le braccia ricoperte dai tatuaggi, altri con i volti puntellati da piercing, a suggellare un’età in cui i pensieri sono leggeri e gli animi proiettati verso un futuro fatto ancora di divertimento e di spensieratezze.

Ieri, però, nei volti di quei giovani divertimento e spensieratezza hanno lasciato posto a una pesante incredulità, espressione attonita di chi è convinto che a 20 anni si possano fare tante cose, non certo morire. «Sappiamo che oggi Omar ha compiuto il suo passo verso Gesù», ha detto il parroco, don Natalino Bonazza a una platea inconsolabile. «Lui qui è stato battezzato e qui ha fatto la sua prima eucarestia. È figlio di questa comunità che continuerà a volergli bene».

Il silenzio irreale s’è rotto in un pianto collettivo quando Giulia, da quattro anni fidanzata di Omar, ha preso la parola fra le lacrime. «Eri e resterai per sempre il mio piccolo principe azzurro», ha pronunciato a fatica la giovane studentessa. «Quante volte mi hai detto che non ti avrei mai visto con un’altra ragazza, perché per te io ero l’unica. Bene, noi siamo ancora insieme e lo saremo per sempre. Ti amo con tutta me stessa e questo non finirà mai, angelo mio».

L’addio al giovane studente del Volta s’è rinnovato fuori della chiesa, nel dolore indicibile dei genitori, nel malore che ha colto il nonno, nel precario equilibrio degli amici impegnati a portare la bara, negli abbracci commossi fra giovani studenti abituati a sfidarsi nei campi di calcetto o di basket, a prendersi in giro, a scambiarsi foto e messaggi su facebook o WhatsApp, e costretti ora a salutare per sempre quel caro amico tradito da una delle sue grandi passioni: la moto.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia