«Ciao campione, orgogliosi di te». Muore a 46 anni il giocatore di bocce Mirko Veneruzzo
PORTOGRUARO. Tra i suoi amici era chiamato “Campione”, per questo l’ultimo saluto lo avrà con la maglia che ha indossato tante volte vincendo tanti trofei. Grande sconcerto ed emozione ha suscitato la notizia della scomparsa, avvenuta il 31 dicembre, del giovatore di bocce portogruarese Mirko Veneruzzo. Aveva 46 anni. Era tesserato per La Valle, storica società bocciofila di Sindacale di Concordia Sagittaria. Pensava di rientrare in campo il 13 gennaio prossimo, per la prima gara del girone di ritorno del campionato di serie C. Veneruzzo era uno degli atleti più talentuosi del Veneto e secondo i rapporti tecnici il prossimo anno agonistico avrebbe potuto puntare al salto nel torneo di serie B.
Viveva a Portogruaro, in centro storico; era sposato con Nikol e lascia un figlio, Michael di 16 anni. Questa sera, alle 19, verrà recitato il Rosario nella chiesa della Beata Maria Vergine, dove domani alle 15 verranno celebrati i suoi funerali. Prima delle esequie verrà rivestito nella bara con la divisa da gioco della sua storica società, assecondando uno degli ultimi desideri della famiglia.
Nella vita Mirko Veneruzzo era un imprenditore nel settore edile, ma erano certamente le bocce la sua più grande passione. Anche quando si ammalò, ancora nove mesi fa, continuò a pensare allo sport che praticava.
Pur debilitato dalla malattia Mirko Veneruzzo ha ripreso a gareggiare. Lo ha confermato il presidente della sua società bocciofila, Cristian Camillo. «Dal letto d’ospedale mi aveva fatto intendere che voleva prepararsi per la ripresa del campionato di serie C dopo la pausa natalizia», ha ricordato Camillo, «è stato un grande atleta, fortissimo tecnicamente e umanamente».
La scoperta della malattia non ha impedito a Veneruzzo di scendere sulla terra battuta del bocciodromo di Portogruaro, prendere la mira, colpire il “boccino”. Negli ultimi tempi era ricoverato all’Hospice Francescon di Portogruaro, dove la fine si avvicinava giorno dopo giorno. «L’ultima gara della sua vita», ricorda Camillo, «fu il 22 ottobre a Rivignano. Nelle gare successive non è potuto essere della partita, ma ha seguito i compagni di squadra dalle tribune. Purtroppo è stata una delle ultime volte in cui ha potuto stare con noi». Cristian Camillo ha scritto una lettera struggente rivolgendosi a Mirko Veneruzzo dopo la sua morte. «Caro Mirko, ci legava tanto lo sport delle bocce dove “...O si vince, o si impara! ” ... Tu mi consegni la Tua personale vittoria e un profondo insegnamento: credere... credere... credere... con forza e determinazione... fino all’ultimo... alla Nostra Grande Vita. Ciao Campione... orgoglioso di Te. Il tuo presidente” .
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