Cia, passivo di 5 milioni chiesto il concordato
Il Consiglio d’amministrazione del «Centro intermodale adriatico spa» ha chiesto il concordato preventivo per la società a fronte di un passivo che supera i cinque milioni di euro. La richiesta è arrivata nei giorni scorsi in Tribunale dopo la denuncia che in estate il collegio dei sindaci presieduto dal commercialista mestrino Sandro Mazza aveva presentato contro il presidente Ennio De Vecchi e gli altri consiglieri d’amministrazione «per le gravi irregolarità registrate nella gestione della società». Quella denuncia aveva provocato la nomina da parte del Tribunale civile lagunare di un curatore speciale, la commercialista veneziana Chiara Boldrin, e l’azzeramento dell’intero consiglio d’amministrazione presieduto da De Vecchi. A richiedere il concordato preventivo, infatti, è il nuovo consiglio d’amministrazione, presieduto dal commercialista milanese Giovanni La Croce.
I sindaci della società hanno presentato la denuncia sulla base dell’articolo 2409 del codice civile, che la prevede in caso «di fondato sospetto di gravi irregolarità nell’adempimento dei doveri degli amministratori», sottolineando tra l’altro al Tribunale «visto lo stato di grave crisi della società la necessità di agire velocemente a tutela dei creditori e dei lavoratori della Cia». E l’elenco delle irregolarità, stando ai sindaci, è lungo. De Vecchi e gli amministratori non avrebbero «adottato i piani necessari per porre rimedio all’inadeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile». Ancora: «Nonostante la crisi della società non avrebbero individuato lo strumento più idoneo per il risanamento»; «non avrebbero assunto i provvedimenti necessari per far fronte alla situazione debitoria». Infine, non avrebbero «convocato l’assemblea per approvare il bilancio entro il 31 dicembre 2012». De Vecchi e il suo consiglio d’amministrazione hanno cercato di correre ai ripari, dando le dimissioni e nominando nuovi consiglieri d’amministrazione. Il Tribunale, nel frattempo, aveva già nominato il curatore speciale, fissando poi l’udienza per il 15 novembre prossimo. Nei giorni scorsi è stata poi presentata la richiesta di concordato preventivo, che permette di bloccare ogni ingiunzione di pagamento e pignoramento da parte dei creditori, che in questo caso sono in particolare banche, erario e Autorità portuale. Proprio pochi giorni fa la Nuova aveva segnalato che il Comitato Portuale aveva preso atto del riavvio della procedura di «decadenza della concessione» per le banchine che gestisce la Cia spa a Porto Marghera, per l'eccessivo arretrato di tasse portuali e utility non pagate all'Autorità Portuale presieduta da Paolo Costa. Si tratta di uno dei sei terminal privati situato nel cuore della zona industriale, affacciato sul canale Ovest e specializzato nella movimentazione di rinfuse di vario tipo, prodotti siderurgici, merci varie, dove pochi anni fa morirono due portuali per asfissia nella stiva di una grande nave piena di soia.
La crisi, per quanto riguarda il porto commerciale, non ha colpito soltanto De Vecchi: anche un «colosso» come Giancarlo Zacchello, ex presidente dell’Autorità portuale, avrebbe già trovato l’accordo con i suoi creditori per la «ristrutturazione del debito» della sua società, accordo che tra poco dovrà passare il vaglio dei giudici del Tribunale.
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