Ci sono le fermate, non ancora le strade

Il Comune interviene d’urgenza e revoca l’accordo sul parco del Marzenego, cancellati 120 mila metri cubi di costruzioni
Di Mitia Chiarin ; di Mitia Chiarin
Cantiere Parco Sabioni Mestre
Cantiere Parco Sabioni Mestre

E adesso, come al solito, si deve correre. Perché se, come spiega l’assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso «le due fermate del Metrò regionale, quelle di Gazzera e via Olimpia, saranno ultimate entro la fine di quest’anno» bisogna mettere il turbo alla burocrazia per avviare i cantieri della viabilità di collegamento tra le due fermate, che esiste solo sulla carta. Altrimenti avremo le fermate del metrò, attese da decenni, ma senza le strade per accedervi. «Dovremo intervenire come Regione direttamente con la realizzazione della viabilità», conferma l’assessore regionale dopo l’annuncio, arrivato ieri dal Comune di Venezia del via alla procedura di revoca dell’accordo di programma per gli interventi edilizi nel parco del Marzenego.

Mercoledì scorso, ha spiegato ieri l’assessore all’Urbanistica Andrea Ferrazzi, la giunta comunale ha votato la revoca dell’accordo di programma, datato 2001 e ratificato nel 2005 dal Consiglio comunale, ma mai realizzato.

Dopo l’accordo con i privati del Consorzio Parco del Marzenego (un gruppo di imprenditori locali ma anche di fuori Regione) non è mai stata sottoscritta la convenzione che avrebbe dovuto dare il via alle costruzioni ma anche alle opere della viabilità di collegamento tra le due stazioni Sfmr, a carico dei privati. Ovvero la strada che da via Brendole (all’uscita del nuovo sottopasso di Gazzera già realizzato assieme ai parcheggi), deve collegare a via Olimpia e alla Castellana.

Ora la delibera di revoca, che arriva dopo una lettera dell’Avvocatura civica di ottobre 2013 che chiedeva ai privati di dire le proprie intenzioni e rimasta senza risposte, inizia il suo iter: discussione in commissione, voto in consiglio comunale e poi deposito dell’atto in conferenza di servizi in cui siedono gli altri attori dell’accordo: Regione Veneto, Consorzio di Bonifica Dese-Sile, Agenzia del Demanio di Venezia e Società delle Autostrade.

«Non abbiamo più tempo da perdere», ha detto Ferrazzi, «e abbiamo deciso di sbloccare la situazione. La revoca dell'accordo era necessaria, data l'estrema urgenza di terminare le opere viabilistiche indispensabili per l'accesso e l'entrata in servizio della stazione Sfmr di via Olimpia che è quasi completata». Ora della viabilità si occuperà la Regione. «L’accordo ci consentiva di intervenire senza espropri. Dopo quattro anni il mercato immobiliare è cambiato e quel progetto non è mai decollato. Ora interverremo noi», conferma Chisso. Con che fondi? La risposta non ottiene risposta ma l’assessoresi mostra fiducioso. Vedremo.

La revoca dell'accordo ha anche importanti implicazioni urbanistiche, dice Ferrazzi: 23 ettari di terreni (quattro volte l’ex Umberto I) dove erano previste case, uffici, spazi commerciali e un albergo per 120 mila metri cubi tornano alla città, come aree agricole. Resta in piedi solo una piccola lottizzazione di 5 mila metri quadri (98 abitanti teorici) alla Cipressina. «Un consumo del suolo di tali dimensioni oggi non è più sostenibile, né dal punto di vista economico né da quello ambientale», dice l’assessore.

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