«Ci sentiamo discriminati sul web»
«Non è giusto fomentare odio e discriminare i cittadini rumeni». Dopo alcune foto e denunce comparse in rete con una certa disinvoltura, i rumeni che vivono nel Sandonatese, e costituiscono una delle comunità più popolose del Basso Piave assieme agli albanesi, chiedono che ci sia più rispetto, senza facili generalizzazioni e razzismo imperante.
Oggetto del contendere, le foto comparse nel web di case che in Romania sarebbero state indicate di proprietà dei rom, accostati a quelli che qui chiedono l’elemosina. Recentemente le polemiche sono divampate sui social netowork con una caccia all’uomo che rischia di creare nuove tensioni sociali. Ci sono state le denunce dei mendicanti all’esterno dell’ospedale o dei centri commerciali, le occupazioni di case disabitate, i furti di biciclette o peggio ancora truffe, furti e rapine in abitazioni. Spesso il dito è puntato contro i Rom che si aggirano nelle città.
Ma i tanti rumeni non ci stanno a partecipare a questo gioco di responsabilità attribuite con estrema facilità. «Abbiamo provato anche noi a partecipare a certi dibattiti in rete», spiegano, «per noi non è facile per via della lingua, ma quasi sempre siamo stati offesi e esclusi subito. Ormai hanno tutti celebrato i processi e noi ci sentiamo coinvolti anche se non c’entriamo nulla».
«Le case e ville presunte in Romania pubblicate su un social network sarebbero dei rom?», ricordano, «ma chi lo ha detto? Dove sono le prove? A volte sono abitazioni di persone facoltose o di persone ai vertici dei gruppi di nomadi, non di chi ruba o chiede elemosine in Italia e magari qui in queste zone. Anche noi, in Romania come in Italia, abbiamo subito furti dai rom, nomadi, ma anche da altri ladri appartenenti a tante etnie. Sui nomadi sono poi in tanti a commettere degli errori per sentito dire. Sembra che tutto il male adesso arrivi dalla Romania, quando noi siamo venuti qui per lavorare, crescere le nostre famiglie e sperare in un futuro migliore di integrazione e sviluppo. Poi chi delinque è giusto che sia punito, ma senza pregiudizi, perché non è la Romania il Paese da cui arriva la brutta gente, come qualcuno sembra voler dimostrare».
«Invece assistiamo a una continua denuncia», concludono amareggiati, «che ci vede additati come coloro che portano qui i rom e che sono equiparati a loro».
Giovanni Cagnassi
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