«Ci mandava messaggi in Whatsapp per dirci quanto ci amava»

«Scrivete che è sempre stato vicino ai suoi figli. Sempre. Avevano un gruppo Whatsapp solo per loro, dove non mancava mai di ripetere ai bambini quanto li amava»

San Donà. «Scrivete che è sempre stato vicino ai suoi figli. Sempre. Avevano un gruppo Whatsapp solo per loro, dove non mancava mai di ripetere ai bambini quanto li amava».

Cos’altro serve sapere per descrivere una persona e concentrarne la vita in poche righe? Adesso quei messaggi resteranno un ricordo indelebile dell’amore semplice e grande di un papà, che in una notte è stato sottratto ai familiari e soprattutto ai quattro figli, il più piccolo dei quali ha solo due mesi. Flavio De Luca venerdì ha accompagnato a Udine, dove studia, la figlia maggiore e poi, alle 17, è rientrato in ufficio, alla Cooperativa sociale Il Portico.

Lì ha iniziato a sentirsi male: aveva convulsioni febbrili e sintomi tipici di una gastroenterite. L’amico e collega di sempre, Michele Andreetta, lo ha portato a casa, dove ha ricevuto le prime cure, tanto che sembrava stare un po’ meglio; poi, alle dieci di sera , ancora convulsioni e vomito. Immediata la telefonata alla guardia medica e subito dopo la corsa con l’ambulanza in codice rosso al pronto soccorso dell’ospedale di San Donà, dove si è ipotizzato che potesse trattarsi anche di meningite e si è proceduto con gli esami del caso e il prudente avvio della profilassi . Intanto il quadro clinico continuava a peggiorare, tanto da dover portare De Luca in rianimazione.

Inarrestabile da quel momento in avanti il precipitarsi della situazione, fino al decesso sopraggiunto alle prime ore del mattino di sabato. La famiglia ha chiesto l’esame autoptico e oggi si saprà quando sarà effettuato, in modo da poter stabilire la data del funerale, che sarà celebrato in Duomo.

Intanto un folto numero di amici e conoscenti ha partecipato al rosario domenica sera presso l’Oratorio don Bosco. Fin da sabato mattina, d’altronde, la notizia aveva rapidamente fatto il giro della città dove il cinquantenne Flavio De Luca era conosciuto come lavoratore serio e impegnato della Cooperativa Sociale Il Portico, grande sportivo e appassionato tifoso dell’Inter cresciuto nel cortile del don Bosco, ma soprattutto e innanzitutto totalmente e infinitamente “padre”.

(Alessia Pavan)
 

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