«Ci lasci il vuoto, ma nessuno cancellerà mai il tuo sorriso»

Dolore in città per la morte di Filippo Acampora, stroncato da un’emorragia cerebrale. I funerali sabato primo dicembre nel duomo di S. Andrea 
LAMANTEA - DINO TOMMASELLA - PORTOGRUARO - ACAMPORA FILIPPO
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PORTOGRUARO. Per tutti gli abitanti della città del Lemene la stella più bella che brilla in cielo, da ieri, è quella che si chiama Filippo Acampora, il ragazzo di 12 anni morto per un’emorragia cerebrale. Il dolore e l’angoscia a Portogruaro, per questa vicenda tanto tragica quanto inverosimile e assurda, ha avuto pochi eguali nel corso degli anni. Il dolore è palpabile. È un’ondata emotiva che contagia tutti, angoscia e commuove. Ci si interroga.

Ieri mattina è stato concesso il nulla osta alla sepoltura; il padre Nicola, la madre Cinzia Da Gioz e le zie (sorelle di Nicola) Serafina e Antonella, hanno preso appuntamento, alla periferia portogruarese, per fissare i riti di addio. Il primo è già questa sera, alle ore 19.15, nel duomo di Sant’Andrea Apostolo, dove verrà recitato il rosario. Il secondo sarà invece quello solenne, ovvero il funerale, fissato per sabato 1° dicembre alle 15.30, sempre nella stessa chiesa dove, per la tradizione, vengono ufficiati i funerali dei vescovi della Curia di Concordia Pordenone.

Da poco, Filippo aveva compiuto 12 anni. Con tutta la vita davanti si apprestava a inseguire i suoi sogni di adolescente, accompagnato dall’affetto dei suoi familiari più stretti.

Martedì notte il ragazzo si era sentito male in bagno. Nicola e Cinzia lo hanno portato al Pronto soccorso, vista la gravità delle sue condizioni. Inutili gli sforzi dei medici e degli infermieri di Portogruaro e del reparto di Neurochirurgia della clinica pediatrica di Padova: hanno fatto tutto il possibile, ma il miracolo non si è compiuto e il piccolo se n’è andato per un’emorragia cerebrale.

Ieri mattina nella sua scuola, l’Istituto Vescovile Marconi, il clima era molto pesante soprattutto tra le classi terze. «Siamo qui», hanno riferito dalla presidenza, «a vivere il nostro lutto. Ci avvolge tutti». Elisabetta Gobbat, la dirigente, non ha voluto aggiungere altro, nel rispetto della famiglia, e del dolore di tutti gli iscritti alla scuola. Di sicuro per molti degli scolari la morte di Filippo rappresenta il primo immenso dolore della loro vita. Un’esperienza molto dura, che va affrontata e superata. La vita riserva dolori immensi, da cui si riparte più forti.

Filippo però non è destinato a morire, almeno nella memoria. «Ci lasci un vuoto immenso, ma nulla cancellerà il sorriso dei tuoi occhi», hanno fatto scrivere i genitori sull’epigrafe. Qui appare Filippo, sorridente, tra le montagne che gli piacevano tanto. La morte lo ha raggiunto troppo presto, eppure il suo ricordo, quello no, non sarà mai cancellato. Gli occhi di Filippo, e qui hanno ragione i genitori, non moriranno mai.

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