«Ci ha rovinate, ora voglio giustizia»

Tania Maritan respinge le scuse dell’uomo che, drogato, ha causato l’incidente che ha costretto la figlia in carrozzina
Di Alessandro Abbadir

DOLO. «Voglio giustizia. Mia figlia Aurora ed io abbiamo passato l’inferno dopo quel incidente causato da una persona che non avrebbe dovuto guidare. Era già stato preso per guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di stupefacenti. La patente dopo quello che è successo gli andrebbe ritirata a vita». A dirlo è Tania Maritan la mamma della piccola Aurora Masato una bimba di 6 anni costretta dall’incidente sulla sedia a rotelle e che ha bisogno di sostegno continuativo. Ieri al responsabile dell’incidente, Andrea Pellizza, di Camponogara, il giudice dell’udienza preliminare di Venezia Roberta Marchiori ha negato la messa in prova (pena alternativa al carcere) che era stata chiesta dall’imputato nell’udienza preliminare di martedì.

Tutto era capitato il 19 gennaio 2013. Quella sera Tania Maritan era alla guida della sua Twingo e stava percorrendo la Romea da Mestre verso Chioggia con la bimba allacciata al seggiolino quando all’altezza di Lughetto venne centrata dalla Fiat Bravo guidata da Andrea Pelizza che, sotto l’effetto di stupefacenti, che stava tentando un’inversione a “U” sulla Romea.

Gravissime le conseguenze: per la mamma e la bimba coma e fratture multiple. Ad avere la peggio è stata però proprio la piccola Aurora.

«Mia figlia», spiegaTania Maritan, «è invalida al 90 per cento a causa di gravi lesioni vertebrali, e io lo sono al 60 per cento. Questa persona era già stata presa per guida sotto l’effetto di alcol e gli era stata ritirata la patente. Ma ha voluto guidare sotto l’effetto di droghe. Ecco il risultato: ha rovinato me e mia figlia costringendola a fare una vita da disabile. Si rende conto cosa ha combinato questa persona con il suo atteggiamento irresponsabile?».

Per recuperare funzionalità degli arti e indipendenza nei movimenti, Tania e soprattutto Aurora, si sono sottoposte a lunghe terapie e fisioterapie alcune anche negli Stati Uniti dopo una colletta di solidarietà lanciata anche dal nostro giornale.

Mamma Tania non crede al fatto che Pellizza si sia pentito. «Le sue scuse», dice, «sono arrivate qualche giorno prima dell’udienza preliminare. È solo una strategia processuale. Non hanno alcun valore. Solo una settimana dopo l’incidente Andrea Pellizza, mentre io e Tania eravamo in coma postava su facebook foto in cui si divertiva in discoteca».

L’imputato era già stato condannato a 4 mesi di arresto, mille euro di ammenda, con revoca della patente e confisca dell’automobile. Ieri la richiesta di messa in prova (un nuovo istituto che in cambio di un lavoro socialmente utile porta all’estinzione del reato) chiesta dal suo avvocato Roberto Bolognesi, è stata respinta dopo che il pubblico ministero Carlotta Franceschetti e i legali di parte civile, gli avvocati Augusto Palese e Giacomo Gamba, si sono opposti. Lo stesso giudice Marchiori ha ritenuto il provvedimento proposto non all’altezza se messo in collegamento alle conseguenze e alle responsabilità del sinistro. Il giudice ha rigettato l’istanza anche in rapporto alla sussistenza di un precedente dell’imputato per guida in stato di ebbrezza. «Ora si procederà con il processo a rito abbreviato», spiegano gli avvocati Augusto Palese e Giacomo Gamba, «La prima udienza è stata fissata per il prossimo 22 aprile. Speriamo che la compagnia assicuratrice risarcisca la piccola ferita».

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