«Chorus garantisce l’apertura delle chiese»
Le Chiese di Venezia non trovano pace. Pochi giorni fa, Monsignor Meneguolo aveva sottolineato la situazione gravissima in cui versano molte chiese veneziane che, pur contribuendo al turismo culturale e quindi alla ricchezza della città, non ricevono finanziamenti pubblici. «Se andiamo avanti così – aveva detto – rischiamo di trovarci di fronte a un’altra Pompei».
Giandomenico Romanelli, vicepresidente dell’associazione laica senza scopo di lucro Chorus, ha voluto rispondere al grido di allarme in prima persona, tornando a ribadire l’efficacia del sistema dell’associazione, preso a modello anche in altre città come Verona e Padova e segnalato perfino in Norvegia in un Forum sui Beni Culturali: «La situazione delle Chiese – ha affermato l’ex direttore dei Musei Civici – è davvero molto grave e bisogna farsene carico. Noi da quindici anni abbiamo trovato una soluzione che chiede un contributo minimo al turista, escludendo i veneziani e chi entra come credente. Facciamo pagare 3 euro al visitatore e diamo a disposizione una tessera di 10 euro per girare tutte le chiese del circuito per un anno. In questo modo garantiamo che le chiese vengano aperte, che siano custodite da 25 dipendenti e che ci sia la manutenzione minima che non avverrebbe in altro modo dato che in media si spendono 60 mila euro all'anno di manutenzione. In pochi casi abbiamo provveduto a dei minimi restauri, ma se altre chiese aderissero potremmo fare di più. Inoltre, i soldi di chi entra, vengono messi a disposizione per tutte e 16 le chiese e questo significa che anche quelle meno frequentate possono beneficiare della manutenzione». Per Don Dino Pistolato, delegato del Patriarca e direttore della Caritas di Venezia , il modello potrebbe funzionare se venissero adottati degli aggiustamenti dato che per molte persone i luoghi di culto devono rimanere gratuiti e aperti. Poco tempo fa Chorus ha infatti inviato una proposta di tutela delle chiese, invitando a contemplare i benefici dell’iniziativa.
«Ho letto – ha replicato Don Dino Pistolato – e a breve ci incontreremo per discutere come conciliare le esigenze dei fedeli e quelle della tutela dei beni architettonici. La strada che si potrebbe seguire potrebbe essere quella di far entrare gratuitamente nei luoghi di culto e mettere a pagamento la visione di alcune opere presenti in alcune chiese. La somma ricavata sarebbe distribuita anche nelle altre chiese, seguendo un principio di compensazione di solidarietà».
Per l'organizzazione ecclesiastica ogni parroco è responsabile giuridico della Chiesa e può decidere se aderire a Chorus o no. In passato lo scorso patriarca non aveva visto l’iniziativa di buon occhio, mentre l’attuale Francesco Moraglia non si è ancora pronunciato sulla questione che sta richiamando l’attenzione di chi partecipa attivamente alla tutela dei beni culturali in città. È certo che il patriarcato non si limiterà a lanciare gridi d’allarme ma proporrà un progetto per garantire la tutela dei monumenti . (v.m.)
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