Choc anche a Punta Sabbioni

«Siamo sconvolti per il modo in cui ce l'hanno tolto per sempre con una cattiveria disumana». A Punta Sabbioni dove Alex Bertoli ha lavorato quattro anni come cuoco al ristorante “Sotoriva”, il personale che lo aveva conosciuto lo ricorda sorridente, gran lavoratore, simpatico, innamorato. A Cavallino-Treporti Alex si era formato come chef ed aveva anche trovato l'amore conoscendo sul luogo di lavoro la futura moglie che era responsabile del bar. Alex era infatti innamorato della vita oltre che della moglie Pamela Codardini che aveva conosciuto e sposato proprio durante quella intensa esperienza lavorativa a Punta Sabbioni durata quattro anni. «Erano inseparabili nel lavoro e nella vita» ricorda il gestore del ristorante Sotoriva Alessandro Giacomelli «condividevano con amore e passione la vita lavorativa senza orari all'interno del ristorante. Una storia d'amore che si era rafforzata nel tempo diventando sempre più importante fino a che era sfociata nel matrimonio». «Alex era benvoluto nel nostro ambiente per il suo carattere estroverso», aggiunge Giacomelli, «non aveva faticato negli anni a conquistarsi la stima e la fiducia anche di altri gestori di locali di Cavallino-Treporti».
Alex e Pamela trascorrevano sul litorale almeno sei mesi all'anno visto che avevano dal ristorante vitto e alloggio per tutto l'arco della stagione. Poi un anno fa avevano deciso di unire la loro professionalità per investirla in quella avventura di aprire una pizzeria in Messico. «Alex», conclude Giacomelli, «pensava che in Italia ci fossero sempre meno possibilità di impresa, specie per i giovani. Per questo assieme alla moglie avevano puntato tutto sul sogno di una pizzeria nella spiaggia di Mazunte, paesaggio di cui si erano innamorati in vacanza, aprendo un locale battezzato «Dolce Vita» con il supporto di un socio locale». «La notizia ci ha lasciato senza parole», raccontano i colleghi, «all'inizio non ci volevamo credere, pareva un incubo, poi abbiamo avuto la conferma dal fratello di Pamela che è venuto ad avvisarci di persona. Non ci sono parole per commentare una morte così crudele».
Francesco Macaluso
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