Chiusura “Bafilemarket” buco di oltre 150 mila euro
JESOLO. Un buco da oltre 150 mila, forse 200 mila euro. L’improvvisa chiusura del market vicino a piazza Brescia si trascina l’ombra della truffa ben architettata. Ora i fornitori jesolani si stanno coalizzando e chiedono intervento della guardia di finanza e dei legali.
Quello che non hanno incassato dai gestori, ora scomparsi, lo dovranno, e questa è la beffa, denunciare anche al fisco perché risulta nei bilanci. Solidarietà dal sindaco, Valerio Zoggia, che si unisce al presidente della Confcommercio, Angelo Faloppa, il quale per primo ha denunciato la gravità dell’episodio invitando chi di dovere a fare luce su quella che appare a tutti gli effetti come una truffa.
Anche la proprietà dell’immobile, che lo aveva dato in affitto, senza poi percepire a sua volta l’ultima rata, è perplessa di fronte all’accaduto. Daniele Martin e Annalisa Bozzato, proprietari conosciuti e rispettati da tutti per una condotta sia lavorativa che personale senza alcuna ombra in tanti anni di attività, sono anche loro vittime di questa situazione e adesso si impegnano a riportare il supermercato allo splendore a cui tutta le clientela era da sempre abituata.
Si cerca di voltar pagina, anche se non è facile. Parla Gino Fregonese, titolare dell’omonimo ortofrutta leader nel settore sul litorale jesolano, che compare tra i creditori traditi: «È terribile quanto accaduto a noi e tanti altri fornitori in tutta Jesolo. Purtroppo lo Stato non ci tutela di fronte a quella che è a tutti gli effetti una vera truffa».
Interviene anche il consigliere comunale, Giorgio Pomiato della Lega: «Siamo dalla parte di tutti quanti avanzano soldi da questa società ora scomparsa nel nulla. Non possono essere lasciati soli e senza tutele. Oltretutto adesso abbiamo una vetrina vuota su via Bafile che si aggiunge a tante altre. Temiamo che il buco lasciato si possa ripercuotere su tante attività legate alla fornitura dei prodotti a questa società che gestiva l’esercizio e che ora non si trova più».
Ci sono attività che avanzano da 20 mila euro in giù e solo se solide e consolidate da anni possono reggere un simile colpo. Sembra che la stessa società gestisse anche un altro esercizio a Salzano. Qualcuno è stato pagato inizialmente con un assegno, ma il 31 agosto i battenti erano già chiusi e la società scomparsa apparentemente nel nulla, portando via tutta la merce che era nel supermarket. Ortofrutta, ma anche fornitori di pasta, pane, olio, vino che, come si dice, ormai “se la sono messa via” e cercheranno di chiudere lo stesso la loro stagione che sembrava tra le migliori fino a qualche giorno fa.
Giovanni Cagnassi
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