Chiuso per sbaglio il tubo del gas disabile resta senza acqua calda

Campalto: i disagi sono durati quattro giorni, il tecnico di Italgas doveva intervenire sull’allacciamento di una vicina inadempiente, ma si è confuso. «Mi sono rivolto all’avvocato per il risarcimento»
Di Gian Nicola Pittalis
Ivan Boscolo. Nella foto il tubo del gas che è stato staccato.
Ivan Boscolo. Nella foto il tubo del gas che è stato staccato.

CAMPALTO. Oltre al danno la beffa. È quanto accaduto a un ragazzo non vedente di Campalto, Ivan Boscolo, che, per un errore umano (un tecnico del gas ha scambiato il contatore di un’inquilina morosa con il suo), è rimasto per 4 giorni senza acqua calda. Ovviamente addio anche alla cucina e dieta forzata, se non fossero intervenuti gli amici.

Ivan, che lavora come centralinista all’Inail, trascorre la maggior parte del suo tempo fuori casa e si accorge dell’accaduto solo due giorni dopo che il tubo del gas, esterno all’appartamento, era stato tappato. Coadiuvato da due amici che lo aiutano anche per recarsi al lavoro, Ivan, che proprio non ci stava ad essere accusato di morosità, va fino in fondo alla faccenda. Prima chiama la Società Sorgenia con la quale è sotto contratto, scoprendo di risultare perfettamente in regola con i pagamenti e di non avere alcuna pratica aperta (pensando al fatto che da poco aveva cambiato gestore).

La verità viene a galla solo dopo, grazie all’intervento di una vicina che segnala a Ivan che già il 18 marzo un tecnico si era recato a tappare il tubo esterno del gas. L’amministratore di condominio cade dalle nuvole. Contattato, ammette di non essere al corrente di nessun intervento e di non aver assistito né alla chiusura della tubatura né alla sua riapertura. «Dopo giorni di telefonate a Sorgenia e Italgas», racconta Ivan, «sono venuto a sapere che in realtà dovevano chiudere il gas di una mia vicina di casa che non pagava da mesi, ma che il tecnico, non controllato dalla società o dall’amministratore, ha chiuso il mio rubinetto invece di quello giusto. Forse era il tubo più vicino a lui».

All’ennesimo sollecito, un operatore dell’Italgas, senza brillare per gentilezza, invita Ivan ad arrangiarsi e a non disturbare se non per gravi problemi. Ivan non si arrende e si presenta sabato 22 alla Polizia per denunciare l’accaduto. Non essendoci però alcun dolo né intenzione di nuocere da parte di Italgas ma trattandosi di un “errore umano”, la Polizia non può procedere per vie penali e consiglia ad Ivan di adire le vie legali per una denuncia civile.

Consiglio accettato. «Mi sono rivolto all’avvocato Alberto Gavioli che mi segue già da alcuni anni», conclude Ivan, «per avere almeno un risarcimento. Sono un non vedente ma non per questo non devo tutelare i miei diritti di cittadino e essere umano».

Ora spetterà al giudice stabilire l’entità del danno procurato al disabile.

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