Chiusi la Corte Sconta e altri quattro locali Paura per 50 dipendenti

La pizzeria Manin aveva abbassato le serrande un anno e mezzo fa. Il titolare Della Sala preferisce non parlare
Di Gianluca Codognato
Locali "La Corte" chiusi per manutenzione.
Locali "La Corte" chiusi per manutenzione.

Tutto è cominciato un anno e mezzo fa con la chiusura della pizzeria Manin, all’angolo con via Torre Belfredo. Poi, in successione, quattro mesi fa è toccato alla Corte Sconta di via Circonvallazione, un mese e mezzo fa a quella di piazzale Candiani, qualche settimana fa al pub Scarpon di via Manin e, da qualche giorno, alla pizzeria La Corte che si trova a due passi da piazza Ferretto. Et voilà, in pochissimo tempo il “feudo” dell’imprenditore Carlo Della Sala che con i suoi locali ha per molti lustri ospitato intere generazioni di mestrini, s’è dissolto, lasciando a casa una cinquantina di dipendenti. Fuori da questi pubblici esercizi mestrini campeggiano ora fogli di carta che contengono varie motivazioni: “chiusi per ferie” (Scarpon e la Corte Sconta di via Circonvallazione), “manutenzione straordinaria fino al 30 maggio” (La Corte), “cambio gestione” (piazzale Candiani). La pizzeria di via Manin ha invece le serrande abbassate e basta.

In ogni caso, al di là degli annunci, due delle tre società che fanno capo a Della Sala, ovvero Nordest Ristorazione e Sogeri/Sogeco, «sono in attesa che venga depositata la sentenza di auto fallimento», spiega Luca Zuin della Fisascat-Cisl, «mentre la terza, l’Immobiliare Manin, è in autoliquidazione».

I sindacati stanno seguendo la faccenda da almeno un anno e mezzo ma alcuni dipendenti si sono appoggiati pure all’ispettorato del lavoro per problematiche legate ai versamenti dei contributi. «Si sono rivolti al sindacato decine di dipendenti che avanzano anche diverse migliaia di euro per mensilità non pagate o trattamenti di fine rapporto non corrisposti», continua Zuin. «All’appello ne mancano sicuramente altri, supponiamo soprattutto stranieri che magari hanno cominciato a lavorare da un’altra parte e non sono a conoscenza della possibilità di far valere i propri diritti. Ci appelliamo a loro affinché ci contattino anche se gli strumenti di tutela per i dipendenti nel settore turistico sono molto limitati, essendo stata esclusa questa categoria dalla cassa integrazione in deroga».

A questo punto i rappresentanti dei lavoratori si sono mossi per attivare il fondo di garanzia dell’Inps, una delle poche strade percorribili per recuperare quanto dovuto. «Intanto», conclude Zuin, «ci auguriamo che qualche imprenditore di buona volontà prenda in mano almeno un paio dei locali chiusi, puntando sul fatto che si tratta di realtà che a Mestre sono conosciute e hanno sempre riscosso un certo successo. A quel punto potremmo chiedere di assorbire le professionalità rimaste a casa che, tra l’altro, sono profili di comprovata qualità ed esperienza».

Fra gli esercizi pubblici gestiti dalle società che fanno capo a Carlo Della Sala, il pub Scarpon è di certo quella più storica e più conosciuta dai mestrini, soprattutto per la qualità dei suoi toast. Ma anche gli altri locali si sono sempre distinti per una certa eleganza e per la qualità dei prodotti offerti. Che è successo, dunque? Interpellati dal nostro giornale, gli avvocati di Carlo Della Sala hanno detto: «Il nostro assistito preferisce non rilasciare dichiarazioni».

Per la cronaca, il 19 marzo ignoti hanno tentato di incendiare la Porsche Cayenne dell’imprenditore mestrino. Un episodio oscuro che qualcuno ritiene legato alla chiusura della pizzeria Manin.

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