Chiuse le ricerche delle buranelle
CAVALLINO. Ricerche a Ca’ Vio delle buranelle scomparse nel 1991: abbandonata dagli specialisti del Labanof di Milano la zona dunosa di arenile antistante il campeggio militare di Ca’ Vio. Ora la parola passa agli analisti di laboratorio e all’archeologo forense incaricati dalla Procura della Repubblica di passare in rassegna la composizione chimica dei campionamenti di terreno raccolti sull’arenile.
La speranza è di rintracciare resti di sepolture umane ricondubili alle salme di Rosaria Molin e Paola Costantini scomparse nell’ottobre di 23 anni fa che ancora non hanno un luogo dove i famigliari possano andare a pregarle.
Intanto sulla spiaggia di Ca’ Vio sono rimasti centinaia di fori nel terreno, piante tagliate e numerosi picchetti, tutti resti dell’attività di campionamento degli investigatori, coordinati dalla squadra mobile, mediante lunghe file di carotaggi del terreno, distanziati di mezzo metro uno dall’altro, che gli investigatori hanno lasciato sulla spiaggia di fronte alla ex base logistica di via delle Batterie a Cavallino-Treporti. Si tratta di diverse centinaia di rilievi compiuti sul posto, dove si presume possano essere state sepolte le due donne originarie di Burano, che ora dovranno essere mappati e passati in rassegna alla ricerca anche della più minuscola traccia.
L’area di spiaggia per cui sono state ora levate le transenne a Ca’ Vio sarebbe solo una parte dei dieci ettari del territorio di Cavallino-Treporti su cui si sta concentrando l’attenzione del procuratore aggiunto di Venezia, Carlo Nordio. Oltre al campeggio militare di Ca’ Vio, tra i siti indicate nel tempo come possibili luoghi di occultamento, c’era stato anche il residence costruito lungo via Selvatico a Punta Sabbioni, un complesso di villette a schiera a ridosso della stesso camping militare di via Delle Batterie e infine la rampa di cemento del supermercato A&O a Ca’ Savio, quest’ultima poi esclusa in corso d’indagine.
Francesco Macaluso
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