Chiudono vetrerie e fornaci sorgono gli alberghi di lusso

Rilasciato il permesso a costruire per un 4 stelle superiore di 104 stanze gestito dal gruppo Nh Altri due hotel nell’ex vetreria Ferro e alle ex Conterie. Confartigianato: «Le stesse logiche di Venezia»
Di Enrico Tantucci

La deriva turistica dopo Venezia arriva inesorabile anche a Murano con la trasformazione di fornaci o vetrerie abbandonate in nuovi hotel per ampliare la ricettività alberghiera veneziana. L’ultimo caso - con il permesso di costruire presentato in Comune proprio in questi giorni - riguarda la trasformazione alberghiera dell’ex fornace de Majo in Fondamenta Navagero, a due passi dal parco pubblico e di fronte al Museo del Vetro.

Un complesso industriale dismesso da diversi anni - perché la società dell’ex presidente di Confindustria Vetro Lucio De Majo, fallita quest’estate - aveva trasferito da tempo la fornace per la produzione vetraria in Sacca Serenella. L’albergo sarà ricavato nei circa 6 mila metri quadrati della vecchia fornace. Già raggiunto l’accordo con il Comune che ha consentito il cambio di destinazione d’uso da produttivo ad alberghiero dell’immobile anche in cambio dell’impegno della società che lo ha acquistato due anni fa dalla società “Campo San Donato” di Milano - la Leon srl, costituita da imprenditori veronesi e torinesi - ad assicurare a sue spese la manutenzione e la riqualificazione del parco pubblico Navagero, che è anche a servizio del vicino asilo.

Un 4 stelle da 104 stanze. Il nuovo albergo sarà un 4 stelle superiore dotato di 104 stanze (circa 200 posti-letto) con bar ristorante, zona wellness e sala conferenze. Prevista all’interno l’esposizione di oggetti in vetro di Murano per i clienti per rinverdire la tradizione. I lavori di ristrutturazione dovrebbero iniziare all’inizio del prossimo anno e durare circa un anno e mezzo. Previsto un investimento di circa 30 milioni di euro e la creazione di 50 posti di lavoro, anche se è da capire quanti andranno effettivamente a muranesi. A gestire il nuovo hotel sarà il gruppo spagnolo NH (Navarra Hoteles), il terzo in Europa, molto attivo sull’area veneziana, visto che gestite già il Laguna Palace a Mestre, Palazzo Barocci a Venezia e gestirà anche il nuovo albergo che aprirà i battenti lungo il Rio Novo, a pochi passi da Piazzale Roma, entro la prima metà del 2018 dopo una consistente ristrutturazione su 5 piani e conterrà 144 camere e una terrazza panoramica.

Un hotel nell’ex vetreria Ferro. Ma si annuncia - con inizio lavori dal 2017 - anche l’arrivo di un nuovo grande albergo a Murano, questa volta nell’ex vetreria Ferro, in Rio dei Vetrai già di proprietà dell’ex presidente di Promovetro Guido Ferro. Un progetto di cui si parla già da qualche anno. Il progetto prevede nuove edificazioni e riuso di edifici, con una grande corte privata interna e caratteristiche eccezionali, tra cui il famoso “Casino Mocenigo” con affreschi del 16° secolo dipinti da allievi di Paolo Veronese, come parte integrante dell’Hotel. Lo sviluppo dell’albergo prevede 150 camere, un centro benessere, un ristorante, una piscina, strutture per conferenze e aree verdi. Le attività ambientali e di demolizione, iniziate nel 2015, saranno completate entro la fine di questo anno.

Nelle ex Conterie l’hotel La Gare. Già aperto invece da qualche anno nel complesso delle Conterie - l’ex fabbrica di perle di vetro di Venezia. Un 4 stelle dotato di 120 camere, area wellness, spazi meeting, ristorante e cafè con terrazza esterna sul Canal Grande dell’isola. A gestirlo la società francese La Gare con sede a Milano - affiliata di Air France. Ma la «deriva» alberghiera di Murano è destinata a continuare, mano a mano, che, con il procedere della crisi del distretto del vetro, che non conosce soste, altri “contenitori” industriali o artigianali si libereranno.

Confartigianato preoccupata. «Murano si sta trasformando ormai in una piccola Venezia». Ne è convinto il segretario della Confartigianato veneziana Gianni De Checchi. «Si seguono le stesse logiche di trasformazione turistica» spiega «in un’area urbana costituita dal centro storico e dalle isole che sembra ormai destinata a trasformarsi in un complesso di bar, ristoranti e alberghi al servizio della clientela turistica, con l’Amministrazione che sostanzialmente agevola questa deriva, senza saper proporre la minima inversione di tendenza. È una responsabilità storica questa di cui la nostra generazione di veneziani porterà il peso. In questa chiave l’artigianato del vetro rischia progressivamente di scomparire, come già sta avvenendo anche per quello veneziano. Una città e un complesso urbano, per restare tali, non possono vivere solo di turismo».

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