«Chiudo l’oasi Sos Natura la città non mi merita»

Spinea. Dopo la mattanza di animali il gestore Enrico Piva non ci sta e attacca «Ma quali volpi, non sono un analfabeta, le autorità mi prendono in giro»
Di Filippo De Gaspari

SPINEA. «Sos Natura ha chiuso e non tornerà. Mi volevano far fare la stessa fine di Giulio Cancelli: in questa città chi cura gli animali finisce così». Torna a parlare, e a tutto campo, Enrico Piva, il responsabile dell’oasi teatro, a inizio settimana, della mattanza di animali, che le autorità hanno poi ricondotto all’opera di una o più volpi.

Il gestore non ci sta: «Ma quali volpi, mi hanno preso per un’analfabeta della natura? Non sarò veterinario, ma gli animali li conosco e li ho studiati anch’io: ne ho trovati di sbudellati, schiacciati a terra, non da fauci, ma con i piedi, chi pensano di prendere in giro?». Sposa dunque la tesi del complotto ai suoi danni, Piva, appena dimesso dall’ospedale di Mirano dove è stato ricoverato per lo stress dei giorni per lui più difficili. «Nessuno si è preoccupato per la mia salute», si sfoga ora con amarezza, «anzi qualcuno ne ha approfittato per creare un secondo mio profilo Facebook per gettare fango su di me e su quello che ho fatto. Hanno messo foto di Hitler e mi hanno dato del razzista».

È ancora scosso e con i nervi a fiori di pelle Piva: «Ma adesso penso un attimo a me stesso, mi hanno consigliato riposo», afferma, «Sos Natura non riaprirà, non per ora. Vedremo dopo l’estate, a seconda di come andranno le cose, ma per ora non se ne parla. Mi restano gli animali, quelli sì, ne terrò ancora qualcuno, magari stavolta mi compro un terreno tutto mio e anche senza associazione farò quello che ho sempre amato fare».

Prima di sparire però, ecco il Piva-pensiero su come sono andate le cose: «Sono gli stessi che otto anni fa hanno perseguitato Cancelli, il presidente dell’Associazione naturalisti provincia di Venezia. Lui mi ha insegnato a curare gli animali e non era veterinario, però nessuno metteva in dubbio la sua sapiente opera. Però a qualcuno dava fastidio e lo hanno attaccato in tutti i modi per quello che faceva. E che è quello che facevo anch’io: recuperare e curare gli animali, senza chiedere soldi. Io, come lui, ero diventato di troppo per altri fantomatici animalisti. E penso che chi si occupa di animali possa anche inscenare un attacco predatorio, ma non è andata così. Comunque hanno ottenuto quello che volevano, adesso mi lascino in pace. Ho pagato per la mia passione e non auguro a nessuno di finire così, perché in questi anni ho solo recuperato animali con una vecchia auto, senza chiedere sussidi. Anzi, se qualcuno mi portava un sacchetto di pane invece di 5 euro, lo preferivo. La città non mi merita, mi faccio da parte, hanno vinto loro».

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