Chiude l’area archeologica Fondi tagliati a Concordia
CONCORDIA. Mancano i fondi per il monitoraggio statico: chiude l’area archeologica di Concordia Sagittaria. «Si tratta di una situazione temporanea», assicura il sindaco Claudio Odorico, «La Sopraintendenza ai beni culturali della Regione ci ha garantito tempi di attesa brevi per il recupero dei fondi dal Ministero e dalla Regione, ciò nonostante la situazione è comunque dannosa e grave per noi come Comune e per la Diocesi di Concordia e Pordenone, dato che la Cattedrale è parte fondamentale del sito».
Raschiato il fondo del barile, dunque, la Soprintendenza non è in grado di garantire nell’immediato quei 20 mila euro annui necessari al sito per le complesse operazioni di monitoraggio statico atte all’adeguamento alle normative antisismiche.
Un passaggio dovuto, quello della richiesta di fondi al Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo e alla Regione, almeno fino a che non si trovi presto una soluzione definitiva del problema statico dell’area archeologica e della Cattedrale ma soprattutto un finanziamento tanto oneroso da poter coprire le spese una volta per tutte.
«Abbiamo cercato in ogni modo di evitare questo passaggio, anche proponendoci come finanziatori», continua il primo cittadino, «o chiedendo comunque un rinvio della chiusura, ma non è stato possibile, le nostre proposte sono state tutte bocciate in attesa della riassegnazione dei fondi. Speriamo che i tempi siano veramente brevi, anche se comunque si prevede l’inizio di una dura battaglia per il mantenimento dell’area che rappresenta la punta di diamante della nostra città».
A conferma di ciò, giungono anche le dichiarazioni dell’assessore al turismo della Provincia di Venezia, Giorgia Andreuzza, che secondo gli ultimi dati ha potuto verificare un aumento percentuale di presenze turistiche nel portogruarese proprio grazie alla presenza del sito archeologico di Concordia e non solo.
«Nonostante l’impegno profuso dal Ministero proprio verso l’apertura e il mantenimento di queste zone di interesse storico-culturale, un monitoraggio generale testimonia che tali situazioni non sono nuove e assistere a queste chiusure, se pur temporanee, non è positivo. Vedi l’area archeologica di Noventa, non solo chiusa, ma anche in degrado» dice l’assessore. «In questo modo, crollano anche tutti i finanziamenti ed il lavoro fatto sulla promozione turistiche dei siti. Questa mancanza di fondi si rivela dannosa per i Comuni e per gli investimenti».
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