Chiude la libreria francese di San Giovanni e Paolo
VENEZIA. Sfrattata per far posto a un ristorante. Chiude la libreria francese di San Giovanni e Paolo. Un punto di eccellenza per la cultura cittadina, visitata ogni anno da molti francesi che l’avevano inserita nel loro itinerario veneziano. Il titolare, l’artista-scrittore Dominique Pinchi. non fa commenti. «Parlerò», dice, «adesso lasciateci in pace». Era arrivato a Venezia dalla Lorena negli anni Settanta, rilevando nel 1977 la libreria-cartoleria al civico 6358 di Barbaria delle Tole. Da allora la libreria era diventata un punto di riferimento culturale. Visitata anche da ministri e intellettuali, molti anni fa dall’allora presidente francese Francois Mitterrand, che amava venire spesso a Venezia anche libero da impegni di Stato.
Da qualche giorno sulle vetrine della libreria sono apparsi cartelli scritti a mano in lingua italiana e in francese: «Si vendono libri con lo sconto del 50 per cento perché la libreria chiude». Tam tam fra gli amici, qualche tentativo di convincere i titolari a resistere. Niente da fare. La legge del mercato turistico è più forte. E in assenza di vincoli per i negozi storici e di vicinato, ristoranti, negozi di souvenir e altre attrazioni turistiche hanno subito la meglio sulla storica rivendita di libri d’arte. In Francia e Germania le librerie sono tutelate dallo Stato e dal Comune. Che le difendono come fossero un pezzo della loro storia: non è possibile aprire negozi al posto delle librerie, perché i fondi vengono vincolati. A Venezia si è seguita negli ultimi anni una politica opposta. Liberi tutti, licenza di aprire senza rispettare contingenti e distanze, nessun controllo sulle tipologie dei negozi, né sulla qualità della merce offerta.
A farne le spese sono i negozi di vicinato, gli alimentari, le botteghe artigiane, le librerie. Anche quelle che, come la libreria francese di San Giovanni e Paolo, si era ritagliata una sua fetta di clienti e appassionati che la tenevano in vita. Ultime novità editoriali nel settore della grafica e del fumetto, della storia dell’Arte italiana e francese. Un punto di riferimento anche per gli studiosi di materie veneziane e dei secolari rapporti tra la Serenissima e la Francia. Riconoscimenti sono stati dati negli anni a Dominique e ai suoi collaboratori. Attestati di stima e grandi complimenti. Non sono bastati a garantire la sopravvivenza all’ormai storico edificio, di fronte all’Ospedaletto barocco dei derelitti di San Giovani e Paolo, con vista sull’abside della Basilica. Muore un’altra libreria, aprirà l’ennesimo ristorante.
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