Chiude la Fracasso in mobilità gli ultimi 120 dipendenti

FIESSO. Fracasso, l’azienda che ha rappresentato un pezzo glorioso della storia industriale della Riviera del Brenta, giunge a un triste epilogo. Partirà dalla prossima settimana per 120 lavoratori...

FIESSO. Fracasso, l’azienda che ha rappresentato un pezzo glorioso della storia industriale della Riviera del Brenta, giunge a un triste epilogo. Partirà dalla prossima settimana per 120 lavoratori la mobilità, i dipendenti saranno cioè licenziati. Per loro e le famiglie si apre un dramma. In questo periodo infatti potersi ricollocare sul mercato del lavoro con un’età tra i 40 e 50 anni è un’impresa davvero difficile. L’azienda di via Barbariga a Fiesso d’Artico, un tempo leader nel settore metalmeccanico stradale, con i licenziamenti in corso, è ufficialmente morta. Dei 190 dipendenti iniziali una quarantina è stata ricollocata alla Frame, un’azienda di Mestrino che ha preso un “affitto di ramo d’azienda”. Altri trenta se ne sono già andati trovando un altro lavoro.

Duro il commento del referente della Fiom- Cgil Michele Valentini: «Con i licenziamenti che scatteranno da lunedì», dice Valentini, «si chiude una storia industriale della Riviera importante. Va fatta però una seria riflessione sugli errori industriali che hanno portato a questa chiusura».

Il commissario giudiziale Roberto Ficotto intanto aveva già spedito in anticipo le lettere di mobilità, che partirà la prossima settimana. Questo per non pagare la penale di mancato preavviso ai lavoratori. La Fiom nelle scorse settimane poi non aveva firmato il via libera ai licenziamenti al ministero. Un atto simbolico visto che poi sono partiti lo stesso. Lo stesso commissario giudiziale Roberto Ficotto, dopo che il Tribunale di Venezia ha concesso il concordato preventivo “in bianco” alla Metalmeccanica Fracasso Spa, gruppo che controlla il 100% della Fracasso Spa di Fiesso, nel frattempo sta cercando di vendere i beni dell’azienda, vendita che serve a far fronte ai debiti, rimborsando tutti i creditori privilegiati (dipendenti, fornitori) e una parte dei creditori chirografari.

C’è amarezza infine anche da parte dell’assessore provinciale Paolino D’Anna: «Con la chiusura della Fracasso», dice, «e l’arrivo dei licenziamenti si chiude definitivamente un pezzo della storia industriale della Riviera del Brenta».

Alessandro Abbadir

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