Chiude la fonderia, 25 esuberi alla Ilnor

La proprietà della storica fabbrica di Gardigiano vuole trasferire il reparto a Brescia. Subito due ore di sciopero

GARDIGIANO.

In strada per difendere i posti di lavoro e dire no ai licenziamenti. Per i dipendenti della Ilnor di Gardigiano, azienda che opera nella divisione dei semilavorati in rame e leghe dello stesso materiale, non sono giorni facili, dopo che la proprietà degli Eredi Gnutti di Brescia ha prospettato l’idea di trasferire la fonderia e alcuni uffici proprio nella provincia lombarda, con il conseguente esubero di 25 dipendenti di via Moglianese. Ma Fiom Cgil e Fim Cisl temono che il quadro poi si aggravi e, a cascata, ci siano altri esuberi nei settori laminazione e manutenzione.

Per questo ieri hanno proclamato uno sciopero di due ore, dalle 15 alle 17, con un centinaio di addetti in strada che hanno rallentato il traffico davanti alla fabbrica per circa un’ora. Sul posto sono giunti anche il sindaco di Scorzè, Giovanni Battista Mestriner, e l’assessore alle Attività produttive, Claudio Codato. Il problema è sorto quando l’azienda ha fatto sapere di voler chiudere la fonderia. A Gardigiano ci lavorano 132 persone, quasi tutti del Miranese: temono che a breve ci siano altre chiusure, anche perché la notizia arriva dopo quasi tre anni di contratto di solidarietà. Nell’immediato il Comune vedrà i sindacati, monitorerà la situazione, con Fim Cisl e Fiom Cigl che promettono di fare il possibile per difendere l’occupazione di una fabbrica storica del territorio: Ilnor, infatti, è passata al Gruppo Eredi Gnutti nel 2010 ma è attiva dal 1961. «Chiediamo a tutti i cittadini di sostenerci e di sostenere le iniziative di lotta» si legge nel volantino distribuito agli automobilisti a firma delle Rsu di Ilnor, «che i lavoratori stanno facendo in difesa del posto di lavoro. Chiediamo inoltre a Regione e Comune di sostenere le iniziative promosse dal sindacato dei lavoratori».

«La preoccupazione degli operai», spiega Stefano Boschini di Fim Cisl, «è la chiusura totale» e le stesse paure sono di Fiom Cgil. «Non sappiamo cosa accadrà in altri reparti», precisa Giuseppe Minto, «ma è certo che saranno toccati».

Mestriner fa sapere che si farà il possibile per salvaguardare uno dei gioielli di Scorzè «Quando le nostre aziende sono acquisite per poi essere smantellate», precisa, «il territorio s’impoverisce e la politica deve svegliarsi».

«Sono qui da 28 anni», dice Michele Tagliapietra della Rsu Fim Cisl, «e per il cambio generazionale servirebbero altri 5-6 anni. Vedremo a cosa serviranno i prossimi incontri ma ci rimettono le famiglie». Anche Francesco Rizzante, della Rsu Fiom Cgil, teme il peggio: «I timori sono parecchi, specie per chi come me si trova in fonderia». Intanto il senatore dell’Udc Area Popolare, Antonio De Poli, ha comunicato di voler portare la questione in Parlamento, presentando un’interrogazione al ministro del Lavoro Giuliano Poletti.

Alessandro Ragazzo

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