«Chissà se vado in giunta vestito da donna»
«Vorrei vedere cosa succederebbe se io mi presentassi in giunta vestito da donna». Il vice sindaco Luigi Trevisiol, si è sfogato in merito alla vicenda del professore L.B. diventato Cloe. Una storia che ha acceso i riflettori nazionali su San Donà e la scuola Scarpa Mattei ora nel ciclone.
Le idee di Trevisiol da quelle dei suoi colleghi della maggioranza di centrosinistra. «Tanta liberalità di costumi espressa da molte parti non si giustifica con quanto è accaduto nella concretezza», commenta il vice sindaco, «perché se io mi presentassi vestito da donna in giunta sono certo che le reazioni ci sarebbero eccome e di sdegno dopo lo stupore. Eppure sarei tra persone adulte, amministratori preparati, e non in una classe con dei minorenni. Questa è la verità. Allora chiediamoci altro su questa vicenda, ovvero cosa potranno pensare adesso gli studenti nella loro quotidianità a scuola e nella loro vita, se questo sarà un modello giusto per loro. Ora questa persona chi è? È ancora L.B.? In fondo mi pare di aver capito che ha cambiato soltanto i vestiti e si è messo una parrucca. Troppe sono le domande che suonano oltretutto già come delle risposte».
Il deputato padovano Alessandro Zan (Pd), esponente dell’Arcigay, è critico verso l’assessore regionale Donazzan: «La sua è istigazione alla discriminazione e i risultati poi si vedono con l’intervento del fronte skinhead. L’assessore regionale non doveva strumentalizzare e non ha competenze, non mi spiego il suo odio. Chiederò spiegazioni al ministero. Cloe ha identità di genere transessuale. Il suo è stato un atto coraggioso e gli studenti sono solidali».
A favore della professoressa Cloe si è schierato il comitato per i diritti civili di Salvatore Esposito. «Esprimiamo», spiega, «piena e convinta solidarietà al professore di San Donà che ha avuto, con invidiabile determinazione, il coraggio di esternare le proprie convinzioni e la propria personalità. Riteniamo che tale azione sia la prova del proprio essere docente, dimostrando in tal modo ai propri studenti che la dignità si mantiene e si rispetta anche avendo il coraggio di prendere decisioni che possono sembrare controcorrente e che possono mettere se stessi al centro di un pubblico dibattito. Invitiamo quindi la professoressa ad andare avanti senza timore. Si è meritata il rispetto sia degli studenti sia dei colleghi e dei superiori. Stigmatizziamo le improvvide e, per noi, vergognose considerazioni esternate dall'assessore regionale Donazzan».
«I termini usati», conclude, «fanno andare il pensiero a esternazioni degne di un integralismo che mal si adatta ad una società in piena evoluzione che di tutto ha bisogno e non certamente di dichiarazioni che ci offendono e che respingiamo fermamente». (g.ca.)
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