Chiros fa 400 mascherine al minuto Arcuri: «Ecco l’eccellenza italiana»

FOSSALTA DI PORTOGRUARO
Un nuovo macchinario in grado di produrre 400 mascherine al minuto è stato presentato nella sede della Chiros, fabbriaca dell’imprenditore di origini napoletane Ciro Astarita, già presidente della Julia calcio di Concordia Sagittaria. La Chiros da marzo ha riconvertito la sua produzione, specializzandosi nel confezionamento di mascherine.
La nuova macchina, che ha un valore superiore ai 200 mila euro ed è realizzata dalla Ima, azienda di Ozzano dell’Emilia, è arrivata solo quattro giorni fa nella sede della Chiros in via del Lavoro a Villanova di Fossalta, ed è stata “svelata” nel corso di un incontro organizzata ieri da Confindustria Alto Adriatico, a cui Chiros è associata, rappresentata dal presidente Michelangelo Agrusti. Tra gli altri c’era Cristina Piovesana, presidente di Confindustria Treviso-Padova. «Crediamo nelle istituzioni», ha esordito, «ma abbiamo bisogno di uno Stato che valorizzi il nostro lavoro».
In videoconferenza si è collegato l’Ad di Invitalia e commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, che si è soffermato mezz’ora con i presenti, illustrando lo stato dell’arte dell’emergenza Covid in Italia. Un discorso improntato sull’ottimismo. «L’emergenza è lungi dall’essersi conclusa, ma al momento l’Italia è autosufficiente nel fabbisogno di mascherine rivolte a operatori sanitari e non. Da settembre, 11 milioni di mascherine al giorno verranno fornite a tutte le scuole del territorio nazionale».
È possibile che una gran parte di questi supporti venga fornita proprio da Chiros, visto che c’è un accordo affinché l’azienda di Astarita distribuisca sei milioni di mascherine al mese, per un totale di 30 milioni entro la fine di gennaio. Chiros è in grado di realizzare almeno 10 milioni di mascherine ogni 30 giorni, per cui almeno il 60%, in questa fase, verrà consegnata agli italiani. Le ricadute sono già positive a livello occupazionale. Chiros ha assunto nei giorni scorsi 4 nuovi dipendenti.
Arcuri si è detto fiducioso per l’Italia, mentre altrove la morsa del Covid-19 sembra prefigurare la temuta “seconda ondata”. «I contagi sono clamorosamente inferiori nel nostro Paese rispetto agli altri Paesi europei ed extra europei, grazie allo sforzo straordinario degli italiani. Non producevamo né mascherine né ventilatori, oggi invece è l’esatto contrario. Il 18 marzo eravamo il secondo Paese al mondo per numero di contagiati e di morti, oggi siamo al 16° posto. E possiamo contare su 10 mila posti letto, anche se a inizio emergenza la Germania ne aveva già disponibili 30 mila».
Ciro Astarita ha già fissati i prossimi obiettivi. «Da fine marzo abbiamo prodotto le mascherine, inizialmente con un macchinario proveniente dall’estero. Ma volevamo una macchina italiana e quella di Ima era la migliore. Dobbiamo tutelare la nostra azienda, e quindi rendere il territorio autosufficiente nella produzione. Si sta creando una filiera che prima non esisteva». Chiros manterrà una parte della produzione dedicata al settore tradizionale, quello delle pelli, collaborando con aziende storiche delle piazze produttive più importanti, Arzignano e Solofra.
Per Ima, Industria Macchine Automatiche Spa, c’era il d.g dei Sistemi Industriali, Massimo Marchesani. «Da metà marzo siamo partiti sfruttando le nostre conoscenze. Abbiamo coinvolto il settore “Ricerca e sviluppo”, quello legato ai software e i fornitori. Abbiamo dimostrato che se gli italiani fanno rete non ce n’è per nessuno». A procurare la carta, consegnando le bobine in Tnt – tessuto non tessuto – è la Ahlstrom di Torino, mentre gli elastici sono di una ditta ungherese. Dalla bobina il rotolo viene steso fino a quando non avviene la cucitura degli elastici. Il prodotto esce già confezionato e pronto per essere immesso sul mercato. —
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