Chioggia, svelati i segreti della carretta del mare

CHIOGGIA. Se ne va la carretta, “casa” per i cuccioli di gabbiano. A raccontare gli scenari inediti ritrovati dentro la Notios Hellas, il relitto rimasto nelle acque del porto di Chioggia per 34 anni, sono i volontari dell’associazione “Luoghi abbandonati” che gira per l’Italia e per l’Europa per ricercare, documentare e valorizzare i luoghi dimenticati.
Una settimana prima dell’inizio della demolizione, che durerà sei mesi, i volontari sono entrati nel relitto e hanno scattato foto bellissime.
«Siamo stati a Chioggia verso la fine di febbraio», racconta Devis Vezzaro, presidente dell’associazione culturale, «noi siamo sempre in giro, in tutta Europa. Un mese fa eravamo a Chernobyl, a inizio marzo in Francia, in aprile saremo in Bulgaria. Conoscevo l’esistenza della nave di Chioggia, ma sapevo che mai nessuno era riuscito a salirci e a fotografarla dall’interno. Quando ho saputo che la demolizione era imminente, ho deciso di partire e di documentare tutto prima che sparisse».

Nei 34 anni di presenza, i chioggiotti si sono abituati a convivere con lo scenario solo esterno della carretta, una presenza ingombrante, divenuta simbolo del degrado e della mancanza di attenzione delle istituzioni per l’area sud della Provincia. Nulla si sapeva, prima della visita dei “Luoghi dell’abbandono”, di come fosse all’interno.
«Siamo rimasti stupiti dalla solidità della struttura», racconta Vezzaro, «nonostante tutti questi anni in ammollo costante, la nave non presentava il deterioramento che ci saremmo attesi. Gli interni sono quelli di una nave tipica di quel periodo. L’unica particolarità che abbiamo notato è che si era trasformata nel rifugio dei cuccioli di gabbiano».
Inevitabile e dolce risvolto per un relitto fermo da 34 anni al largo, abbandonato dagli uomini e di cui la natura – come in tutti i luoghi abbandonati dall’uomo – ha ripreso possesso. In questo caso agli uccelli marini, soprattutto i gabbiani, non deve essere sembrato vero di avere a disposizione uno spazio così vasto per le nidiate. Così la nave è diventata una specie di “incubatrice” per i bianchi volatili, non disturbati da nessuno.

L’intervento di demolizione della nave, affidato alla ditta Co.Fer.Met che si è aggiudicata l’appalto, continuerà fino all’estate. Un intervento imponente, finanziato dal Ministero dell’Ambiente, che costerà a conti fatti quasi un milione di euro. Per garantire la piena sicurezza dei naviganti e degli operai al lavoro, la Capitaneria di porto di Chioggia ha firmato l’ordinanza 2 del 2017.
La demolizione viene eseguita utilizzando due pontoni modulari e un rimorchiatore. I pezzi vengono trasportati dal cantiere alla banchina “Schiavuta” dello scalo dei Saloni, una condotta sommersa si occupa delle acque reflue. I mezzi che transitano in quel tratto di canal Lombardo Esterno devono ridurre al minimo le velocità, per evitare di creare moto ondoso, e rispettare le distanze di sicurezza. Vietata la navigazione tra l’area di cantiere e il campo briccole “Perognola”.
I lavori di demolizione della nave simbolo dell’abbandono continueranno fino all’estate. Ora, a sorpresa, c’è questa documentazione inedita, che rivela un’inattesa bellezza. La bellezza sconosciuta, misteriosa, dei luoghi abbandonati.
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