Chioggia, stangata sulla tassa per i turisti

Chioggia. Critiche alla decisione unilaterale della giunta grillina: «Operatori davanti al fatto compiuto»
CHIOGGIA. Aumenti in arrivo per la tassa di soggiorno. La giunta ha deliberato di ritoccare al rialzo tutte le aliquote, distinguendo per categorie, ipotizzando un gettito per il 2018 di 900.000 euro che serviranno a finanziare attività promozionali, dare ossigeno all’Organizzazione di gestione della destinazione (Ogd) turistica, potenziare l’attività museale.


Una decisione che ha creato qualche perplessità tra le sigle turistiche che hanno saputo degli aumenti a posteriori senza alcun confronto con chi è direttamente coinvolto nella riscossione. La delibera di giunta, la 230 del 21 novembre, è stata illustrata nella riunione dell’Ogd di giovedì. Il compito increscioso è toccato all’assessore al bilancio Daniele Stecco. L’assessore ha spiegato come sono stati pensati gli aumenti, tenendo conto delle stelle per gli hotel e i campeggi, e ha indicato nel dettaglio i capitoli di spesa in cui saranno inserite le risorse provenienti dalla tassazione.


Un punto su cui le categorie insistono da anni chiedendo che i fondi sia reinvestiti sul turismo. «Abbiamo ritenuto necessario provvedere a un incremento delle tariffe dell’imposta di soggiorno», spiega Stecco, «per garantire gli interventi previsti nel bilancio di previsione, per il turismo, la manutenzione, la fruizione e il recupero dei beni culturali e ambientali». La giunta ha previsto di incassare 900.000 euro che andranno a finanziare spese per attività gestionali (200.000 euro), manutenzione dei parchi e delle passeggiate pubbliche (276.000), servizi museali (100.000), servizio di salvataggio per le spiagge libere (50.000), funzionamento dell’Ogd (60.000) a cui si aggiungono altre voci di poco impatto. «Sugli aumenti non voglio fare polemica», spiega il presidente degli albergatori, Giuliano Boscolo Cegion, «l’unica cosa che ci ha infastidito è di non essere stati informati prima. L’assessore ci ha fatto capire che la decisione è presa e non rimangono molti margini di movimento. L’unica apertura è sull’utilizzo dei fondi. Noi vogliamo che il gettito sia impiegato per scopi turistici: promozione, accoglienza, arredo urbano, eventi. Avremmo preferito un’imposta di soggiorno unificata per tutta la costa veneta, da Bibione a Rosolina, utilizzando il coordinamento dei sindaci del litorale come organo di confronto. Invece ogni amministrazione ha fatto di testa propria».


Rimostranze anche dal comparto del turismo all’aria aperta. «Ci siamo trovati davanti al fatto compiuto», spiega Luciano Serafini, presidente di Cisa camping, «il nostro settore è quello che più contribuisce alla tassa di soggiorno e avremmo gradito un minimo di confronto. Di certo sarebbe stato possibile nel tavolo di lavoro dell'Ogd concordare con l’amministrazione gli aumenti magari inserendo alcuni correttivi che ne avrebbero attenuato l’impatto negativo. Ci sono altre due anomalie sulla delibera che abbiamo visto all’albo pretorio: non si specifica il periodo di applicazione (in passato dal primo giugno) e la durata massima del periodo tassabile (sconti dopo alcuni giorni di permanenza)».


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