Chioggia si ribella sotto la pioggia e dice “no” al deposito di Gpl
CHIOGGIA. In settecento sotto la pioggia per dire no all’impianto gpl di Punta Colombi. Malgrado il maltempo incessante, l’invito lanciato dal comitato No Gpl è stato colto per far sentire la voce di una città intera che si mobilita per cercare di fermare un deposito considerato incompatibile con il sito in cui è previsto, nel cuore del porto, a 300 metri dalle case.
In corteo anche il sindaco Alessandro Ferro, senza fascia tricolore, gli assessori al porto Marco Veronese e al bilancio Daniele Stecco e alcuni consiglieri comunali Cinque stelle e del Partito Democratico.
L’appuntamento era alle 10 davanti il municipio. La pioggia non ha dato tregua per tutta la notte e per tutto il mattino. L’obiettivo della protesta però ha prevalso su tutto. Anche sugli ombrelli. Armati di striscioni, bandiere, magliette e megafoni i manifestanti si sono radunati sotto i portici del municipio e hanno intonato slogan contro il deposito che la Costa Bioenergie sta realizzando in Val da Rio, nella banchina in cui il Prg vigente prevede una semplice attività di bunkeraggio di carburanti.
«Una partecipazione del genere con questo tempaccio è un successo enorme», spiega Eliana Ardizzon, uno dei fondatori del comitato, «sappiamo che dovevano partecipare anche tante famiglie con bambini, certo con questa pioggia hanno dovuto rinunciare. La città ha risposto al nostro invito perché nessuno vuole quell’impianto lì dove è stato pensato. La nostra battaglia non si fermerà. Non si possono decidere progetti di questo calibro senza coinvolgere i cittadini».
Il corteo si è portato fino in Val da Rio, lungo Riviera Caboto, fermandosi alla fine del ponte proprio a pochi metri dal cancello del cantiere dove tra oggi e domani dovrebbero arrivare i tre serbatoi che conterranno 3.000 metri cubi ciascuno di gas. Il cantiere sta infatti proseguendo a ritmo serrato e prima dell’estate l’azienda conta di accendere l’impianto.
«Siamo conosciuti come la Piccola Venezia», rileva Renato Boscolo Chio del comitato, «se aprirà il deposito diventeremo la Piccola Marghera. Come può una città di pesca, di turismo e di porto accettare una cosa del genere? Perché proprio lì? Ci si rende conto che col deposito il mercato ittico all’ingrosso, che è un problema enorme per il nostro centro storico, non potrà più essere spostato a Val da Rio? Nessuno ne parla invece è uno degli effetti collaterali maggiori. E l’impatto sul diportismo? Si stanno spendendo 30 milioni di euro per bonificare l’ex discarica di Val da Rio. Lì non si potrà far nulla se non un ampliamento dell’impianto visto che è confinante».
In corteo molti portuali, molti pescatori senza bandiere di categorie ma a titolo personale, commercianti e titolari di darsene. L’Ascom nei giorni scorsi aveva inviato una lettera ai propri soci informando della manifestazione e chiedendo di affiggere nelle vetrine gli slogan contro l’impianto. Il comitato aveva chiesto al sindaco di partecipare con la fascia tricolare per dimostrare l’appoggio di tutta la città. «La fascia è una formalità», spiega Ferro, «sono qui e testimonio che in questa battaglia la giunta è in prima fila. Lo abbiamo sempre detto e lo ribadiamo, non vogliamo l’impianto e stiamo percorrendo le strade per fermarlo. Abbiamo presentato due diffide, alla Città Metropolitana e al Ministero. Stiamo lavorando anche in altre direzioni, ma non vogliamo svelare tutte le prossime mosse».
In corteo anche il vicesindaco Veronese che sta portando avanti personalmente la battaglia contro il deposito: «Siamo rimasti stupiti che i vertici di Socogas siano venuti in città venerdì e non ci abbiano avvisato e invitato nonostante in questi giorni ci siano stati contatti con Aspo per altre questioni, nulla ci è stato comunicato. Se aggiungiamo che poche settimane fa la giunta ha contattato ufficialmente Socogas per invitarla a un Consiglio comunale aperto, ottenendo una risposta negativa, non possiamo che constatare che l’azienda non è propensa al dialogo e a azioni trasparenti. Solo il confronto tra l’ente pubblico e i soggetti privati può creare sinergie positive, viceversa gli approcci a sorpresa e le iniziative private non condivise non possono che creare deleterie situazioni di scontro». Due settimane fa un quinto dei consiglieri comunali ha protocollato la richiesta di un Consiglo comunale aperto per valutare tutte le strade percorribili e condividerle con la città.
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