Chioggia, la Torre di Sant’Andrea diventa patrimonio dell’Unesco

La millenaria torre campanaria di Sant’Andrea, che contiene l’orologio da torre funzionante più antico del mondo, è diventata da qualche giorno un bene culturale architettonico dell’Unesco, all’interno del sito “Venezia e la sua laguna”.
Un riconoscimento inaspettato, comunicato alla parrocchia di Sant’Andrea Apostolo direttamente dal Ministero della Cultura e che, naturalmente inorgoglisce la città di Chioggia e soprattutto l’associazione che gestisce il museo verticale della torre che, tra qualche settimana sarà oggetto di un restauro già approvato e finanziato dalla Cei e dalla Diocesi di Chioggia. Il curatore del museo è il professor Luciano Bellemo che, assieme ai suoi collaboratori, ha contribuito a far diventare il campanile di Sant’Andrea il monumento più visitato dai turisti in visita alla città.
Professor Bellemo, la torre di Sant’Andrea diventa a far parte del patrimonio dell’Unesco, non è certo un riconoscimento di poco conto.
«Non ce l’aspettavamo, è stata una sorpresa per tutti. Noi avevamo fatto un progetto con la curia finanziato dalla Cei per restaurare il campanile. Questo documento è stato mandato alla salvaguardia per il parere culturale e loro ci hanno subito fatto passare come un bene dell’Unesco, patrimonio mondiale della cultura e della civiltà. Siamo all’interno del sito Venezia e la sua laguna, ma poi è la Sovrintendenza che deve indicare quali siano i monumenti da reclamizzare nell’area Unesco».
Questo che cosa significa per la torre di Sant’Andrea?
«Prestigio per la torre e per la città. Si comincia a valutare i beni della città come possibili beni Unesco, come per esempio il Granaio che potrebbe entrare in questa logica».
C’è comunque anche un’altra novità, giusto?
«Oltre alla traduzione in tedesco della guida curata dall’Università di Monaco di Baviera, ora grazie all’Università di Padova ci sarà la traduzione anche in inglese».
La torre di Sant’Andrea è il monumento più visitato di Chioggia?
«Abbiamo avuto visitatori provenienti da oltre 76 Stati, da ogni angolo del mondo, è venuto anche Sgarbi, oltre al Ministro alla Cultura che, tra l’altro ha rischiato pure di prendersi una multa per divieto di sosta. È venuto gente dall’isola di Timor nel sud-est asiatico, dove era passato anche il nostro Nicolò De Conti».
Quando partiranno i lavori di restauro della torre? «Dovrebbero partire dal primo di aprile, finanziati per il 70% dalla Cei. Essendo però ora patrimonio dell’Unesco si potrebbero chiedere un ulteriore finanziamento da parte dello Stato che per adesso non ha tirato fuori ancora un centesimo. C’è una equipe di persone che sta portando avanti la tradizione e la cultura di Chioggia».
C’è una dedica speciale?
«Lo dedichiamo a monsignor Cinzio Zennaro, mancato da poco, che aveva creduto in questo progetto sin da subito».
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