Chioggia, il vescovo Tessarollo tuona contro il gioco d’azzardo

Dura reprimenda del prelato per i pullman diretti ai casinò oltreconfine: «Evidentemente di soldi ce ne sono ancora tanti». Attacco al M5S sulle paritarie

CHIOGGIA. Strali contro il gioco d’azzardo, contro chi mette cani e gatti prima degli esseri umani e contro chi attacca sempre le scuole paritarie.

Anche nell’ultimo editoriale della Nuova Scintilla il vescovo monsignor Adriano Tessarollo parte da fatti di cronaca per stimolare alcune riflessioni. Il 25 aprile è stato fermato da un signore che gli ha fatto notare che erano appena partite dalle città otto corriere dirette ai casinò di oltre confine, contingenza che si ripete anche nelle domeniche.

«Evidentemente soldi ce ne sono ancora tanti», rileva il vescovo, «o semplicemente i pochi che si hanno si preferisce spenderli tentando la fortuna. D’altronde si tratta di un’attività redditizia, per molti imprenditori dello sfruttamento (compreso lo Stato), certi che premiando uno, frodano lecitamente 1000 che neppure continue delusioni scoraggiano. I miraggi avvengono oggi più nelle città che nel deserto». Monsignor Tessarollo parla anche di detassazione e del diverso valore che molti danno agli esseri viventi.

«Dal rapporto di Legambiente», spiega, «vengo a sapere che i comuni spendono 250 milioni di euro l’anno per il mantenimento di cani e gatti abbandonati. Mantenere un cane in rifugio costa 1.500 euro l’anno, pari a tre mensilità di pensione minima. Secondo i dati del Ministero della salute gli aborti umani sono in media 100.000 l’anno, senza contare quelli clandestini. Eliminare 100.000 cani o gatti sarebbe considerato un gesto di grande crudeltà, naturalmente. L’eutanasia è considerata un grande progresso culturale, ma guai a pensarla per gli animali. Molti non sanno che dietro alla salvaguardia degli animali c’è un indotto redditizio che usa la propaganda sentimentale per un tornaconto». Un’ultima stilettata va poi al Movimento 5 Stelle che si è scandalizzato in commissione cultura di Camera e Senato per uno stanziamento di 12.2 milioni di euro, a decorrere dal 2017, per 12.211 alunni disabili delle scuole paritarie.

«L’accusa è che si trascurano le scuole statali», spiega il vescovo, «ma i Cinque stelle non dicono, o non sanno, che per i 234.000 disabili nelle scuole statali lo Stato paga 100.000 insegnanti di sostegno per un costo di 6 miliardi e mezzo l’anno a cui si aggiungono i soldi per le progettualità, 2.5 milioni di euro, a fronte di 500 euro di contributo annuo per le paritarie. Ma con i Cinque stelle sulla parità scolastica non si ragiona».

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