Chioggia, il Forte di San Felice sarà riaperto

Accordo del Comune con i vari enti. Restauro con i fondi di compensazione per il Mose
CHIOGGIA. Il Forte San Felice verso la ristrutturazione e l’apertura al pubblico. Giovedì sarà firmato il protocollo d’intesa che avvia il percorso per il recupero che sarà gestito dal Provveditorato alle opere pubbliche utilizzando i fondi di compensazione per il Mose. La proprietà e la gestione del bene non passeranno al Comune perché si tratta di un bene inalienabile, di proprietà del Demanio marittimo. Per la firma del protocollo l’amministrazione comunale ha organizzato un convegno pubblico, giovedì dalle 16 in sala consiglio, a cui parteciperanno tutti gli enti coinvolti nel percorso di recupero: Comune, ministero della Difesa, ministero delle Infrastrutture, ministero dei Beni culturali, agenzia del Demanio.


«È un momento storico», spiega il vicesindaco, Marco Veronese, «per questo vogliamo condividerlo con la città, invitata tutta alla firma del protocollo che chiude un anno di incontri e di confronti. Un lavoro che ci ha permesso di capire che il percorso intrapreso prima (dall’amministrazione Casson ndr) non era quello corretto perché il Comune non poteva permutare il bene con la Marina perché il bene non è della Marina, è del Demanio marittimo e non è alienabile. Siamo stati a Roma per approfondire la questione al ministero della Difesa e lì abbiamo trovato la soluzione per arrivare al recupero del bene e alla sua fruizione pubblica». L’urgenza è quella di avviare la ristrutturazione perché alcune parti degli edifici, in particolare il portale, stanno cadendo a pezzi. Finora il grosso punto di domanda riguardava il reperimento dei fondi per affrontare il restauro e la successiva gestione del bene. Il protocollo risolve anche questo ostacolo perché dei costi di ristrutturazione, come pure della progettazione e della gara di appalto, si occuperà il Provveditorato. «L’intera operazione non costerà nulla al Comune», osserva il vicesindaco, «e non impegnerà in nessun passaggio gli uffici. Il ministero della Difesa ha una società in house che si occupa della valorizzazione di tutte le fortificazioni italiane. Il protocollo parte proprio dalla valorizzazione che è possibile solo dopo un restauro».


I dettagli dell’accordo saranno resi pubblici giovedì. Tra i relatori Massimo Scala, direttore generale del settore Lavori e demanio del segretario della Difesa, Roberto Linetti responsabile del provveditorato delle opere pubbliche del Triveneto, Emanuela Carpani della Soprintendenza di Venezia. Con il protocollo l’87% del compendio diventerà pubblico, il 13% rimarrà di proprietà del ministero della Difesa che farà un bando per la gestione. Un forte supporto all’amministrazione nel tracciare il percorso di valorizzazione è stato dato dal comitato per il Forte san Felice e dall’Istituto italiano dei castelli.


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