Chioggia flagellata da bora e acqua alta

CHIOGGIA. Chioggia e Sottomarina flagellate dal maltempo. In queste ore la città è messa a dura prova dal fortissimo vento di bora. Alle 4.21 di questa notte si è registrata un'intensità massima 107,8 km/h. Il sindaco Casson chiede alla Regione il riconoscimento dello stato di calamità.
Nel centro storico di Chioggia, invece, è stata l'acqua alta a tenere in scacco la città. All'1.25 è stata registrata una punta massima di 150 cm sul medio mare e, in queste ore, si attende una replica, con la marea che potrebbe arrivare ancora a questa soglia. In centro a Chioggia le attività commerciali e i residenti sono costretti a presidiare i pianterreni, minacciati dall'acqua salata, che filtra anche dal pavimento.
Situazione emergenziale anche per le spiagge di Sottomarina e Isola Verde, in quanto l'acqua ha invaso quasi tutto l'arenile in concessione. Lungo le strade lo scenario era pauroso: segnali stradali sradicati, frammenti di coperture di fabbricati volate via, lamiere staccate e volate sulle strade, alberi piegati, new jersey fuori sede. Anche le scuole hanno subito dei danni.
Situazione emergenziale anche per le spiagge di Sottomarina e Isola Verde, in quanto l'acqua ha invaso quasi tutto l'arenile in concessione. Lungo le strade lo scenario era pauroso: segnali stradali sradicati, frammenti di coperture di fabbricati volate via, lamiere staccate e volate sulle strade, alberi piegati, new jersey fuori sede. Anche le scuole hanno subito dei danni.
“Sono ore drammatiche per la città. Da 24 ore la Protezione civile di Chioggia sta lavorando, affiancando le autorità preposte, per allertare la popolazione e per fronteggiare le molteplici emergenze. Il telefono squilla di continuo - spiega il sindaco Giuseppe Casson – I punti critici del nostro territorio, il litorale e Punta Gorzone, necessitano di soluzioni urgenti e definitive. Per il nostro litorale è necessaria un’azione risolutiva per difendere la costa dalle mareggiate improvvise, mentre nell’immediato sono necessari interventi di ripascimento per ripristinare la spiaggia. Il turismo è uno dei principali motori della nostra economia e i nostri operatori devono essere nelle condizioni di poter svolgere la loro attività in tranquillità per la prossima stagione balneare. Anche le case di Punta Gorzone, una zona fragilissima del nostro territorio, sono state allagate dalla piena dei fiumi. I nostri ripetuti appelli alla Regione per trovare una risoluzione sono caduti nel vuoto. Esiste un progetto che deve essere finanziato per la messa in sicurezza dell’area. E’ tempo di agire”.
Completamente allagati risultano anche i locali interni della scuola Marchetti di Chioggia dell’Istituto comprensivo Chioggia 1 per lo scoppio di un tubo, conseguente alla rottura di una finestra per le forte raffiche di vento. La scuola rimane inagibile oggi e domani, 7 Febbraio, per permettere gli interventi di sistemazione e la messa in sicurezza della struttura. Qualche disagio si è registrato anche alla scuola Padoan di Sottomarina. Il servizio mensa è infatti stato sospeso oggi a causa dell’acqua alta che ha invaso il refettorio.
A Punta Gorzone i volontari della Protezione civile hanno supportato la popolazione, mettendo a disposizione sacchi di sabbia per fronteggiare l’esondazione dei fiumi Brenta e Bacchiglione.
Sempre a causa delle forti raffiche si sono registrati interventi per la sistemazione degli alberi, dei segnali stradali, delle recinzioni dei cantieri e lamiere e dei cassonetti dell’immondizia. Al limite dell’esondazione anche il canale Novissimo nella frazione di Valli che ha rischiato di tracimare dagli argini sulla Statale Romea. L’allarme per il momento sembra rientrato.
L’allerta rimane alta anche per questa notte. Molto dipenderà dall’attenuazione o meno del fenomeno ventoso che sta interessando la città. Il centro maree prevede infatti un picco di marea di +110 alle ore 12.30 per Venezia , mentre per Chioggia al momento è previsto un livello di marea superiore di +20 – 25 cm, in base alle raffiche di vento.
.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia