Chioggia, arbitro di calcetto muore a 25 anni in attesa del trapianto

Edoardo Marchetti era in attesa di un trapianto di polmoni. Ricoverato a Verona, soffriva di una malattia genetica

CHIOGGIA. Se n’è andato a soli 25 anni, sconfitto da una malattia genetica, portando con sé tutta la sua grande passione per il calcio. Edoardo Marchetti, infermiere professionale soccorritore cinofilo, si è spento lunedì all’ospedale di Verona, tra l’incredulità di chi lo conosceva, che sapeva della malattia con la quale combatteva da sempre ma che non gli aveva impedito di coltivare la sua grande passione che lo aveva portato ad arbitrare sui campi di calcio e di calcio a 5 giovanili, legatissimo al fratello Alberto, giocatore di calcetto, tifosissimo della Juventus nonostante papà Roberto fosse invece simpatizzante dell’Inter.

Edoardo Marchetti
Edoardo Marchetti


Lutto che ha colpito soprattutto la sezione AIA di Chioggia, che lo aveva adottato quasi come una mascotte e che lui ricambiava partecipando attivamente alla vita della sezione. Aveva pure partecipato alla cena di Natale nel dicembre scorso, nonostante la malattia (soffriva di fibrosi cistica, una malattia genetica che colpisce soprattutto l’apparato respiratorio e digerente) lo avesse debilitato parecchio.

«Lunedì mattina», ricorda commosso Michele Rosteghin, presidente della sezione arbitrale chioggiotta, «lo avevo chiamato come sempre, a mezzogiorno e mezzo, per sentire come stava ma nessuno mi ha risposto. Poi ho visto il suo numero che mi stava richiamato e così l’ho chiamato d’istinto Edo, chiedendogli come si sentisse. Dall’altra parte del telefono invece c’era il fratello Alberto che mi ha dato la triste notizia. Devo dire che mi è crollato il mondo addosso, perché Edo era davvero un ragazzo encomiabile, pieno di vita, nonostante la malattia che però non lo aveva fermato e con grande coraggio affrontava convinto di poterla sconfiggerla. Era in attesa del trapianto di polmoni, quel trapianto che probabilmente gli avrebbe salvato la vita riportandolo magari sui campi di calcio. Lascia una grande vuoto in tutti noi, perché non pensavamo che la malattia degenerasse così rapidamente. Si faceva voler bene da tutti, personalmente mi rivedevo molto in lui, così magro e pure così grintoso».

La famiglia Marchetti è molto conosciuta e stimata in città. Una ventina di anni fa la zia di Edoardo, Arianna Marchetti, si era classificata al secondo posto nella finalissima di Miss Italia, ma è soprattutto il mondo sportivo a ricordare la figura di quel ragazzo mingherlino che voleva diventare arbitro e che scorrazzava sui difficili campi del calcio giovanile dove, oltre a dirigere i ragazzi, bisogna anche saper tener a bada i genitori. «Ciao Edo», scrive l’arbitro Michele Doria, «ora il paradiso ha l’arbitro più forte della terra».

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