Chioggia al ballottaggio sfida tra Casson e Ferro
CHIOGGIA. Vince il Movimento 5 Stelle e perde la lista fucsia di Brugnaro con la candidata Marcellina Segantin che si deve accontentare del terzo posto. A contendersi la poltrona di sindaco di Chioggia al ballottaggio di domenica 19 giugno saranno infatti il primo cittadino uscente Giuseppe Casson che con il sostegno della Lega, ma soprattutto con il successo delle tre liste civiche che portano il suo nome, ha raggiunto il 35,06% dei consensi, per un totale 8.941 voti (personali e di lista). Ma a sorprendere anche gli analisti è stato il grillino Alessandro Ferro, timido architetto di 41 anni che con una campagna elettorale costata 5 mila euro ha avuto 5.570 voti, raggiungendo il 21,84% dei consensi e portando il M5S a essere il primo partito in città.
Un risultato che ha stupito lo stesso candidato che, come da copione, esclude a priori ogni apparentamento in vista del ballottaggio. Al terzo posto si è fermata la candidata sponsorizzata dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, Marcellina Segantin, con la lista “Chioggia Viva” e sostenuta anche da Forza Italia, Fare, Fratelli d’Italia e La rete per il futuro. Anche lei architetto, 51 anni, sposata con un noto imprenditore, Marcellina Segantin ha totalizzato 5.202 voti, pari al 20,40% delle preferenze.
Sinistra e centrosinistra. Deludenti, almeno rispetto alle aspettative in campagna elettorale, le perfomance di Barbara Penzo, sostenuta dal Pd, Movimento Chioggia e Chioggia Popolare che si è dovuta accontentare di 4.793 voti, il 18,79% dei consensi. Chiude la tornata elettorale Letizia Campanaro, che con la lista “A sinistra per Chioggia” rischia di non entrare nemmeno in consiglio comunale con i suoi 997 voti, pari 3,91% dei consensi.
Pochi al voto. Continua a crescere anche a Chioggia il partito degli astensionisti. Domenica hanno votato solo 26.902 elettori pari al 63,83% degli aventi diritto. Nella precedente tornata amministrativa del 2011, dove però si votava anche il lunedì fino alle 14, la percentuale dei votanti era stata del 74,43%. Ma a crescere domenica sono state anche le schede bianche (225) e le schede nulle (ben 1.173) perché molti elettori hanno sbagliato a indicare le preferenze nel voto disgiunto. Una sola scheda è stata, invece, contestata.
Vincitori e sconfitti. Se a brindare per il secondo turno sono il sindaco uscente Giuseppe Casson e il grillino Alessandro Ferro che negano ogni tipo di accordo elettorale per il ballottaggio, a sorprendere è stata la debacle della candidata del mondo imprenditoriale balneare Marcellina Segantin. Non è infatti bastata una faraonica campagna elettorale nella quale secondo molte voci di corridoio avrebbe speso oltre 300 mila euro a convincere gli elettori. Anche il patinato album di fotografie inviato a tutte le famiglie chioggiotte con le foto della candidata dalla tenera età al matrimonio non ha sortito l’effetto sperato. Il sostegno della lista fucsia del sindaco Luigi Brugnaro ha avuto un buon effetto mediatico iniziale, che poi si è spento nel corso della campagna elettorale e la presenza del sindaco metropolitano è stata vista come un’intrusione veneziana nella politica locale.
Sul fronte opposto anche la candidata del centrosinistra, Barbara Penzo, non è riuscita ad andare al ballottaggio. Tra le cause di questo risultato c’è il Pd che si è fermato al 13,56% delle preferenze contro il 16,61% del voto nel 2011. Un esito che il deputato del Pd non ha esitato ieri a definire “sconvolgente”. «Una debacle vera e propria poiché stiamo parlando del comune, dopo il capoluogo, con più abitanti della Provincia e il settimo per popolosità nel Veneto». Ma anche alla Lega non è andata bene. Con il sostegno a Casson ha avuto 10,67% dei consensi, rispetto al 14,71% registrato nel 2011 con un altro candidato. Casson può contare per il ballottaggio dei buoni risultati riportati con le sue tre liste “Chioggia è libera, Casson Sindaco” che ha avuto il 15,87% delle preferenze; “Popolari e riformisti” il 15,87% e “100% Chioggia” 1,87%.
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