Chioggia, a giudizio Antonio Barra

In aula a Napoli i racconti dei pentiti sull’uomo affiliato alla camorra

CHIOGGIA

A processo la camorra che aveva preso di mira Chioggia. Si è tenuta a Napoli la prima udienza a carico di Antonio Barra, l'ex pizzaiolo accusato di essere un affiliato del clan Moccia. Il tribunale partenopeo (sesta sezione)ha raccolto la deposizione di un pentito che, di fatto, ha confermato le accuse nei confronti degli imputati. L’udienza è stata aggiornata al 23 dicembre prossimo.

Stando alle accuse dell’Antimafia napoletana che ha condotto le indagini, il clan camorristico Moccia, uno dei più forti e temuti in Campania, era più che mai attivo prima a Treviso e poi a Chioggia: qui ripuliva il denaro sporco attraverso prestiti ad usura e qui, con truffe ed estorsioni, raccoglieva altri soldi da destinare alle cassaforti della criminalità organizzata. Legata al clan, ritengono gli investigatori, è quella Anna Mazza che nei primi anni ’90 fu mandata al confino a Codogné, nel Trevigiano. Antonio Barra, che ha vissuto a Treviso e poi a Chioggia, è finito alla sbarra con l’accusa di associazione di stampo camorristico. Stando alle contestazioni della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli - che ha indagato 72 persone - il clan aveva fatto del Trevigiano e del Veneziano un vero e proprio territorio di conquista preparando il terreno a uno sbarco in grande stile. Gli affiliati avrebbero commesso «una serie indeterminata di delitti di estorsione, usura, abusivo esercizio di attività finanziaria, falso, riciclaggio e reimpiego di beni» al fine di acquisire il controllo egemonico sul territorio attraverso l'imposizione di tangenti a imprenditori edili, commercianti e altri operatori economici, di acquisire attività commerciali dai soggetti usurati stretti nella morsa creditoria.Le contestazioni a Barra fanno riferimento a denaro del clan, provento di attività illecite, investito «prestandolo a terzi a tasso usuraio». Altra accusa: aver effettuato il recupero dei crediti vantati estorcendo, minacciando, picchiando i debitori riottosi. Nella prossima udienza verrà raccolta la deposizione di un altro collaboratore di giustizia. L’uomo, assistito dall’avvocato Guido Galletti del foro di Treviso, sosterrà la sua innocenza escludendo la partecipazione a qualsiasi attività della criminalità organizzata.

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