«Chimica verde, non perdiamo tempo»
MARGHERA. «Non perdiamo anche questa grande occasione»: è la parola d’ordine all’indomani della firma, al ministero dello Sviluppo Economico, dell’accordo che prevede l’investimento di 200 milioni di euro da parte di Versalis-Eni per il nuovo polo di chimica verde a Porto Marghera. Il timore, di più di qualcuno, è che i tempi delle procedure amministrative per ottenere le autorizzazioni (Via regionale e concessione edilizie comunali) per edificare i nuovi impianti non vengano rispettati. Un’eventualità che si spera scongiurata dall’impegno previsto dal Protocollo firmato al ministero, oltre che da sindacati e i vertici di Versalis-Eni, anche da Regione Veneto, Autorità Portuale e Comune di Venezia.
Testualmente, nel Protocollo le amministrazioni locali si prevede che gli enti pubblici preposti devono «assicurare la certezza dei tempi di esecuzione degli investimenti prospettati» a cominciare «dagli iter istruttori relativi al rilascio delle autorizzazioni ad Eni e Versalis entro un periodo massimo di 10 mesi per il Via ambientale e di 4 mesi per le restanti autorizzazioni dalla presentazione delle relative istanze, compatibilmente con i tempi di rilascio dei pareri obbligatori richiesti alle istituzioni non firmatarie del Protocollo, garantendo la massima celerità anche degli iter istruttori delle fasi successive».
Il Protocollo stesso prevede la costituzione di un tavolo di coordinamento che si riunirà annualmente al ministero per verificare l’avanzamento dei lavori. I primi a mettere le mani avanti, comunque, sono i sindacati dei chimici di Cgil, Cisl, Uil. Per Massimo Meneghetti e Giuseppe Callegaro, (Cisl veneziana), «sarà fondamentale gestire l'intero progetto a livello locale e monitorare con attenzione lo stato di avanzamento delle autorizzazioni e degli investimenti che potrebbero aprire una nuova stagione per la chimica locale e nazionale. L’importante ora è che tutti facciano la loro parte per il rispetto integrale dell'accordo e delle tempistiche per la realizzazione degli interventi concordati, aspetti che come sindacato monitoreremo quotidianamente».
«Ora c’è un futuro per un'area industriale abbandonata nel tempo dalle istituzioni, dall'Eni e dalla politica» ha commentato a sua volta Emilio Miceli, segretario generale nazionale dei chimici della Cgil «abbiamo, infatti, ottenuto interessanti impegni industriali e finanziari su Porto Marghera e gli insediamenti chimici dell'area padana collegati. Adesso comincia la difficile fase di gestione di un accordo complesso su cui serve vigilare con grande attenzione e puntualità per garantire la realizzazione, nei tempi previsti, degli investimenti e dei percorsi formativi di riqualificazione del personale e l'inserimento graduale (entro il 2017) di nuove risorse collegate allo sviluppo dei nuovi impianti: a regime l'occupazione, come prevede l’accordo, crescerà dagli attuali 310 addetti a 430». «Finalmente, dopo una lunga vertenza contro Versalis ed Eni, abbiamo siglato il protocollo per il rilancio di Porto Marghera in tre anni», ha sottolineato Tito Cristian, segretario dei chimici della Uil veneziana. «Il work in progress dell’intero progetto sarà costantemente monitorato dalla commissione composta dai firmatari del protocollo e soprattutto dai delegati sindacali aziendali. Tutto questo affinché non faccia la misera fine di precedenti progetti industriali. Tutti coloro che hanno siglato il Protocollo devono ora prodigarsi affinché il progetto sia realizzato nella sua interezza».
«Questo accordo per Porto Marghera rappresenta un traguardo per il quale ci siamo impegnati, ma è soprattutto un punto di non ritorno» osserva il vicepresidente del gruppo Pd alla Camera, Andrea Martella, «d’ora in poi non c’è più scusa che tenga: gli impegni si devono trasformare in fatti concreti, perché dopo tanto, troppo tempo, Eni ha firmato un’intesa che apre scenari incoraggianti per l’occupazione e lo sviluppo “green” che permette di tenere assieme le esigenze ambientali e quelle produttive. Per questo occorrerà un monitoraggio costante del Governo e degli enti locali». Emanuele Rosteghin, segretario comunale del Pd, aggiunge: «Il monitoraggio deve riguardare anche la vendita sul mercato europeo delle aree cedute da Eni alla newco di Comune e Regione e deve anche garantire la miriade di imprese dell’indotto del Petrolchimico da coinvolgere nei processi di riconversione».
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