Chili di droga per la provincia arrestate tredici persone

VENEZIA. Dalla vecchia Mala del Brenta a un nuovo, fiorente e capillare traffico di droga - con tanto di bigliettini per chi stava in carcere - che si allargava a macchia di leopardo da Cavallino a Jesolo, da San Donà di Piave a Ceggia dopo i rifornimenti effettuati in Lombardia. L’operazione “Lucky”, compiuta dal Comando provinciale dei carabinieri di Venezia, ha portato all’arresto di dieci persone, incluso un militare dell’Arma, e al sequestro di un chilo di cocaina, cento grammi di hashish, bilancino di precisione a materiale vario.
I provvedimenti di custodia cautelare, eseguiti ieri all’alba da una settantina di carabinieri con l’ausilio di un elicottero, riguardano anche nomi noti legati alla Mala del Brenta di Felice Maniero e il carabiniere Silvio Volpin, 49 anni, di Padova, per dieci anni in servizio a San Donà e da un anno al Battaglione di Mestre. L’accusa nei suoi confronti è di corruzione in quanto, secondo le indagini, avrebbe fornito indicazione all’organizzazione su possibili controlli e “imprestato” le dotazioni della sua divisa per inscenare un finto arresto.
Gli altri nove finiti in manette sono Lino Maritan, 72 anni, Luciano Maritan, 48 anni, rispettivamente fratello e nipote di Silvano Maritan già fedelissimo di Felice Maniero, Filippo Zanin, 30 anni, Andrea Zanin, 33 anni, Fabio Sartorel, 40 anni, Selaci Pellumb, 38 anni, Lodovico Manzo, 59 anni, Matteo Pavanello, 37 anni, Luca Senigaglia, 49 anni, tutti accusati di aver gestito un traffico di ingenti quantità di sostanza stupefacente nella nostra provincia e in maniera più vasta nel nord est a partire dal 2009.
Un traffico ben radicato, che settimanalmente riforniva il nostro territorio di cocaina acquistata a Milano, come hanno spiegato in conferenza stampa il procuratore capo Luigi Delpino e il procuratore aggiunto Carlo Mastelloni che hanno coordinato le indagini dei carabinieri con i sostituto procuratori Ignazzitto e Franceschetti.
La prima tranche dell’inchiesta risale esattamente a un anno fa quando i carabinieri di Eraclea arrestarono tre persone trovate in possesso di un chilo di cocaina. I tre – Luca Fregonese, 34 anni, Bernardo Litrico, 38 anni, e Alessandro Manzo, 26 anni - erano stati bloccati quasi per caso, in quanto scambiati per possibili ladri di appartamento dagli inquilini di un condominio insospettiti dai loro movimenti. I militari, invece, avevano stretto il cerchio intorno a tre trafficanti di droga reduci da un approvvigionamento a Milano. Una giornata che era andata tutta storta. Poco prima dell’arresto, infatti, mentre cercavano un posto tranquillo dove preparare le confezioni, Litrico aveva scavalcato un cancello e si era ferito a una mano sporcando di sangue gli involucri di nylon nei quali era nascosto lo stupefacente.
Un anno dopo la seconda, e più importante, tranche dell’inchiesta che si è conclusa con i dieci provvedimenti di custodia cautelare in carcere eseguiti in varie località del nostro territorio del Veneto orientale.
Gli arrestati si erano spartiti i ruoli e il territorio. Fregonese, in particolare, teneva i contatti con i fornitori di Milano, andando su e giù a bordo di una Bmw presa a noleggio. Litrico, a sua volta, interveniva soprattutto nelle fasi del confezionamento mentre Senigaglia distribuiva lo stupefacente nella zona di Cavallino, Sartorel in quella di Ceggia, Zanin tra Jesolo e Caorle mentre padre e figlio Manzo erano attivi nella zona di San Donà. Nel corso delle indagini erano stati trovati anche tre bigliettini diretti in carcere a Fregonese e inviati da Zanin dai quali si evince il ruolo di Zanin, Sartorel e Luciano Maritan.
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