Chiese museo è boom di visitatori ma chi guadagna è fuori dal Chorus

Cinque chiese «superstar» al di fuori del circuito di Chorus che prevedono l’ingresso a pagamento.
Sono la Basilica di Torcello, quella dei Frari, dei Santi Giovanni e Paolo, più le chiese della Madonna dell’Orto e di Santo Stefano. Da sole nel 2017 hanno avuto oltre 550 mila visitatori, con un aumento del 14,5 per cento rispetto all’anno precedente. Tre volte quelli delle altre quindi chiese che aderiscono a Chorus.
Lo attestano i dati dell’Ufficio Turismo della Curia Patriarcale contenuti anche nell’Annuario del Turismo del Comune da poco diffuso. Gli oltre mezzo milione di visitatori comprendono sia i biglietti a pagamento, sia gli ingressi liberi, ma i primi sono largamente preponderanti. In particolare sia la Basilica dei Frari, sia la Madonna dell’Orto erano prima all’interno di Chorus, ma poi si sono staccati, mentre Santo Stefano è autonomo per il biglietto, ma aderisce ancora a Chorus per quello di Sagrestia e Chiostro.
Quella che «tira» di più anche a fini turistici resta la Basilica dei Frari, con circa 242 mila visitatori nell’ultimo anno anche se con un lieve calo del 3,6 per cento), mentre è in lieve crescita la Basilica di Torcello, con oltre 144 mila presenze.
La chiesa di Stefano “viaggia” sui 90 mila ingressi annui, mentre in calo risulta San Giovanni e Paolo, che, forse anche per i lavori in corso, ha perso circa 20 mila presenze nel 2017 (comunque vicine alle 70 mila annue). Chi è in forte ascesa è invece la chiesa della Madonna dell’Orto, uno dei “templi” di Tintoretto, di cui conserva anche la tomba, che ha visto crescere di oltre il 20 per cento i suoi visitatori nell’ultimo anno, arrivando a quota 31.600.
Ma in realtà la chiesa «regina», anche a livello di biglietto d’ingresso a pagamento, resta la Basilica di San Marco, in cui si entra gratuitamente e senza biglietto, anche se il primo procuratore di San Marco Carlo Alberto Tesserin ha già annunciato di volerlo istituire nel giro di un anno, obbligatorio anche se gratuito, ma che «costringe» comunque ad acquistare un ticket ai turisti che vogliano visitare al suo interno il Museo di San Marco, con il Tesoro marciano. Sfiorano infatti i 580 mila i visitatori del 2017 del Museo di San Marco, con una crescita di oltre il 10 per cento rispetto all’anno precedente. Per la prima volta sono stati anche registrati i visitatori del Campanile di San Marco, registrasti nel 2017. Sono stati oltre 740 mila, con i livelli più alti di frequenza soprattutto nei tre mesi estivi di giugno, luglio e agosto. Chi invece segna il passo, anche per disagi legati a lavori in corso, è il Museo Diocesano, che, nonostante la posizione alle spalle di San Marco, è stato visitato nel 2017 da meno di quattromila persone, con un calo del 13% delle presenze. —
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