Chiesa gremita per Luca ucciso da un’emorragia
MAERNE. Tanta gente ieri a Maerne per l’ultimo saluto a Luca Iurcotta, il 51enne artigianato artistico morto lunedì per una emorragia che, secondo i familiari, sarebbe stata causata dall’abuso di antidolorifici. Amante della natura, tra cui il mare, aveva svariate passioni come il parapendio che, un anno fa durante un atterraggio mal riuscito, gli aveva provocato dei problemi alla schiena e la rottura di una vertebra. Di seguito, oltre al busto, ha dovuto assumere dei farmaci risultati fatali. Gli servivano per continuare a lavorare e a fare una vita normale, sino al 4 aprile scorso quando a Rimini gli è stata riscontrata un’ulcera duodenale.
Poi le condizioni sono peggiorate, con conseguenze pure per il fegato, ed è stato a Bologna per un trapianto ma i medici non sono riusciti a eseguirlo: dopo il coma di venerdì scorso, a inizio settimana è deceduto.
Iurcotta era molto attivo nell’artigianato veneziano e nel settore dei costumi tipici in particolare; ha brevettato un sistema di fabbricazione del celebre tricorno, il cappello portato da tante maschere veneziane, indossato e celebrato da secoli, ma da sempre con una pecca: una volta sfilato dal capo, non si sa mai come metterlo via. In gergo: come stivarlo. Niente da fare: il tricorno ingombra, rischia di sformarsi, di perdere le sue caratteristiche. L’uomo in passato aveva realizzato una tecnica unica al mondo che ha rilanciato il sontuoso copricapo anche all’estero e per non rischiare il plagio, o peggio il tarocco, lo ha brevettato. Una volta ottenuto il brevetto, lo ha ceduto gratis, e in esclusiva, alla ditta all’ingrosso di maschere tipiche veneziane Balocoloc, gestita dalla madre.
Lascia la moglie Sara e le figlie Annalisa e Irene, oltre ai genitori Luigi e Silvana, i fratelli Giorgio, che vive in Florida, e Flavio.
Alessandro Ragazzo
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