Barista e cantante rap, chi era il giovane veneziano annegato nell’auto finita nel canale
Il ricordo dei colleghi di lavoro. Su Instagram il giorno dell’incidente aveva annunciato l’uscita del suo ultimo brano, “Un seme nel vento”
«Gaspare dai, mangiati un tramezzino. Non aspettava altro che gli dicessimo di prendersi una pausetta, era matto tramezzini, gli piaceva farli, servirli, e mangiarli».
Gaspare Gasparini era così. Amava il suo lavoro, in uno dei bar più famosi della città, quello del centro commerciale Porte Mestre, e i suoi colleghi, che adesso non hanno più lacrime per piangere. Eclettico, amante della musica e dello sport, sempre sorridente.
Suonava, produceva video che caricava su YouTube, andava in giro in skateboard per la città. Un animo da artista, vivace, sempre disponibile, con mille idee che gli frullavano in testa. «Bravo ragazzo, ma cosa vuol dire? Non basta la retorica a descriverlo. Lui era per noi una persona davvero unica, era pazzo per la musica, la attaccava mentre lavorava, era simpatico, buono, allegro, gli piaceva il lavoro. E aveva mille interessi».
«Martedì mattina doveva attaccare alle 6 - racconta un collega con il cuore spezzato - perché prima di aprire bisogna preparare tutto. Ma non é arrivato. Così sono venuto io al suo posto nel frattempo».
Il resto è cronaca di un dramma. Dal locale lo hanno chiamato numerose volte. Ma non ha mai risposto. Poi il padre si è presentato dopo pranzo al bar, e ha dato la triste notizia, quella che nessuno immaginava. «Oggi lavorare per noi è durissima, stare qui, davanti alla gente, con un dolore inimmaginabile».
Si definiva scrittore, cantante, regista e produttore indipendente, Gasparini. Lunedì, l’ultimo post su Instagram per annunciare l’imminente uscita del suo ultimo pezzo, “Un seme nel vento”.
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