Chi è Fatna, giovane pittrice di Venezia: "Vi racconto il mio Ramadan"

E'  italianissima, nata da genitori nordafricani. La sua testimonianza di fede: "Il digiuno è purificazione e dopo le 21 mangiamo cibo marocchino e italiano"

VENEZIA. Lunedì scorso è iniziato il Ramadan e sin dalla mia infanzia ha sempre rappresentato un'attesa di un qualcosa di unico, di magico. Ricordo le mie giornate passate con mamma a preparare i dolci tipici e a vedere nel suo sguardo una luce e un'emozione che solo questo sacro mese poteva trasmettere. Ero troppo piccola per poter digiunare tutto il giorno, allora decisi di digiunare solo per la prima metà della giornata per poterla poi "cucire" con la seconda metà del giorno successivo e così via.

Il digiuno è un atto basilare di culto e testimonianza di fede e amore verso Dio dal quale sono esenti, però: i minorenni non puberi, gli anziani, i malati di mente, i viaggiatori, le donne in stato mestruale, di gravidanza o che allattano per la salvaguardia della loro salute.

Verso la fine degli anni ’90 il Ramadan coincideva con i mesi invernali e le giornate erano più corte. Oggi malgrado il caldo, la sete e la stanchezza fisica data dalle lunghe ore di lavoro, nei miei genitori e in tutti i musulmani vedo la stessa devozione e la stessa determinazione. Il digiuno dura dalle prime luci dell'alba fino al tramonto; in genere va fatto precedere da un pasto leggero poco prima dell'aurora, detto suhur, per poter affrontare meglio la giornata.

Per tutto questo periodo di tempo ci asteniamo dai piaceri del corpo: dal bere, dal mangiare e dai rapporti sessuali. Una pratica devota alla purificazione attraverso l'autocontrollo e al riappropriamento di se stessi. Le mie giornate scorrono normalmente e col calar del sole ci ritroviamo in famiglia attorno al tavolo dell'ftar, che è il primo pasto della giornata, a mangiare quelli che sono i nostri piatti preferiti; da quelli tipici marocchini alle prelibatezze della cucina italiana. Ce n'è per tutti i gusti!

Ho sempre trascorso il mio Ramadan in Italia. Credo che il luogo non conti perché ciò che si ha nel cuore lo si porta con sé ovunque e il fatto di vivere in un paese non musulmano non è mai stato un ostacolo alla mia fede anzi, non ha fatto altro che aumentare la mia curiosità spingendomi a fare studi e ricerche per una maggiore consapevolezza. Per me come per tutti noi musulmani il Ramadan rappresenta l'inizio di un cammino migliore, un riscatto personale orientato verso il perdono. In questo sacro mese riscopriamo i valori della famiglia, della carità, della solidarietà, del rispetto verso il prossimo.

Il Ramadan è quella forza che nasce dall'animo, da un amore profondo verso il Creatore e il Creato. È quell'energia che ci rende più sensibili, più attenti, più umili. È la consapevolezza che noi e l'Universo siamo un tutt'uno in cui ogni azione e ogni pensiero diventano una preghiera, un inno alla speranza e alla vita.

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