Chen non risponde al giudice

Resta in carcere l’uomo che ha tentato di bruciare la moglie

VIGONOVO. Resta in carcere Dejin Chen, il 46enne cinese accusato di aver dato fuoco alla moglie dopo averla immobilizzata e cosparsa di mastice, colla infiammabile, trasformandola in una torcia umana. Ora la donna - devastata nel volto e con profonde piaghe - sta combattendo al Centro grandi ustionati di Padova.

Ieri, l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari di Firenze, che ne ha prima convalidato l’arresto e ha poi subito firmato anche l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Dejin Chen - si ricorderà - è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Venezia, guidato dal comandante Enrico Risottino, che sono riusciti a rintracciarlo a Firenze, dove era stato accolto da alcuni amici e da dove si apprestava a scappare per la Cina. I carabinieri sono giunti sulle sue tracce intercettando una quarantina tra parenti e conoscenti cinesi dell’uomo - una comunità molto chiusa e omertosa, quella cinese residente a Vigonovo - fino ad ascoltare la telefonata che si è rivelata giusta: quella in cui un amico di Chen prendeva accordi per portargli a Firenze 10 mila euro.

Ieri, davanti al gip di Firenze che lo interrogava per rogatoria, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre Xu Suizhang - arrestato per favoreggiamento - è stato scarcerato e ha obbligo di dimora a Macerata, in attesa del processo già in calendario per il 17 gennaio.

Proseguono, intanto, le indagini per cercare di dare un movente al devastante gesto di violenza: ma la moglie di Chen è ancora ricoverata in prognosi riservata.

Il fascicolo è nelle mani della pubblico ministero Alessia Tavarnesi, che - con l’indagato in carcere - potrà svolgere con maggiore tranquillità le indagini su questo caso di violenza estrema nei confronti di una donna, maturato nell’ambito di una comunità molto chiusa.(r.d.r.)

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