Cgil: «Job Act, una beffa per gli stagionali»
JESOLO. «Jobs Act: beffa per gli stagionali del turismo». La denuncia arriva dalla Filcams e dalla Cgil metropolitana che ha lanciato la campagna “Turismo: non vi lasciamo soli”, con la presenza in tutte le sedi del litorale degli esperti del sindacato che seguiranno i lavoratori nelle loro posizioni contrattuali. Sono, infatti, definitivamente operativi i primi due decreti attuativi del Jobs Act. «Il decreto penalizza in maniera drastica tutti i lavoratori stagionali del litorale», attacca la Cgil. Nel sistema turistico del nostro litorale, sono due le tipologie di contratto a termine di consueto applicate: quella inferiore ai 6 mesi, con una durata media di 3 o 4 mesi per la maggioranza dei dipendenti, e quella con durata pari o superiore ai 6 mesi. Finita la stagione nel primo caso era possibile accedere all’indennità di disoccupazione a requisiti ridotti, nel secondo alla disoccupazione ordinaria. Ma con il Jobs Act sono stati aboliti i vecchi ammortizzatori (denominati MINIASpI e ASpI) e da maggio ne esisterà uno nuovo, chiamato NASpI, con novità legate ai requisiti di accesso. «I lavoratori stagionali del turismo che godevano dell’ASpI o della precedente disoccupazione ordinaria non avranno più completa copertura economica dei periodi non lavorati nell’anno», avverte la Cgil, «un contratto stagionale di 6 mesi ogni anno permetteva il riconoscimento dell'ASpI che copriva i 6 mesi fino alla stagione estiva successiva. Per i dipendenti stagionali che godevano dell'ASpI per avere una copertura economica per tutto l'anno, sarebbe necessario avere un contratto a tempo determinato di 8 mesi per poi ottenere 4 mesi di NASpI. Nel litorale Veneto le possibilità di avere rapporti di lavoro stagionali di 8 mesi sono praticamente inesistenti».
Giovanni Monforte
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