Cgil e mondo del pugilato in lutto per la scomparsa di Luciano Favaro

Si è spento domenica mattina a 74 anni dopo una vita una vita tra lotte sindacali e sport insieme al fratello Adriano. E’ stato anche presidente del Comitato regionale Veneto

Valter Esposito

MESTRE. Il mondo dello sport veneziano e in particolare il pugilato, e tutto il movimento sindacale legato alla Cgil di Venezia, è in lutto per Luciano Favaro, scomparso domenica mattina dopo una lunga malattia. Nato a Mestre 74 anni fa, si era appassionato fin da giovane di pugilato, sport che gli venne trasmesso da suo cugino Francesco De Piccoli, grande campione medaglia d’oro nei pesi massimi alle Olimpiadi di Roma 1960.

Favaro iniziò ben presto a lavorare e trascorse molti anni nelle fornaci di Murano, specializzandosi nell’arte vetraria. Con il passare del tempo si dedicò con grande passione e tenacia all’attività politica, diventando molto presto un punto di riferimento della Cgil di Venezia, dedicandosi in particolare ai diritti dei lavoratori e soprattutto dei pensionati. Per questo venne eletto segretario della Lega Sei di Mestre. Fece parte della segreteria della categoria dei Chimici e dei Bancari, una categoria quest’ultima dove lavorò essendo stato assunto dalla Banca Nazionale delle Comunicazioni, poi passata a Intesa San Paolo. Entrò anche nella segreteria della Camera del Lavoro, per poi passare alla Fiom, fino al ruolo di segretario generale della Filt e poi della Fisac. Da pensionato proseguì il suo impegno sindacale diventando segretario generale della Lega Spi di Mestre.

Le sue lotte sindacali le divideva con la grande passione per lo sport, dove affiancò per anni il fratello Adriano nella conduzione della società Union Boxe Mestre, della quale era stato nominato presidente. Nel pugilato ha ricoperto anche la carica di presidente del Comitato regionale veneto fino a sei anni fa, dando spazio anche all’attività femminile e cercando di portare sul ring anche gli atleti disabili. Era consapevole della difficoltà e dello scetticismo imperante nei confronti di questa difficile disciplina, ma forse per questo si era sempre battuto per far capire all’opinione pubblica il bello di uno sport come la noble art.

Sotto la sua presidenza e l’occhio vigile del maestro Adriano, suo fratello, è cresciuto Dmytro Tonishev, campione italiano dei pesi supermassimi che ha detto: «È morto un grande uomo, una persona molto importante per me». Non è ancora nota la data dei funerali, che si svolgeranno in forma privata.

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