Cgia: «La rabbia dei secessionisti deriva anche dalla crisi»
MESTRE. Disoccupazione raddoppiata, 10 mila imprese artigiane che hanno chiuso i battenti e quasi una settantina di suicidi tra il popolo delle partite Iva delineano, secondo la Cgia di Mestre, un quadro socio-economico del Veneto abbastanza preoccupante. Quel malessere diffuso in una parte della micro imprenditoria veneta trae sicuramente origine dagli effetti negativi innescati da una crisi economica che ha colpito particolarmente il Veneto.
Nel Veneto, osserva la Cgia, tra il 2007 e il 2013 ha perso quasi 10.000 imprese artigiane (per la precisione 9.671), mentre il numero dei senza lavoro è più che raddoppiato: infatti, se nel 2007 i disoccupati veneti erano poco piu' di 73.300, nel 2013 hanno sfiorato quota 171.000, facendo salire il tasso di disoccupazione al 7,6%.
«Non vogliamo certo giustificare nessuno - dichiara il segretario Cgia, Giuseppe Bortolussi, riferendosi indirettamente alla vicenda delle nuove spinte secessioniste - ma questo malessere che cova tra il popolo delle partite Iva del Veneto è, almeno in parte, figlio della crisi e delle difficoltà economiche di questi anni. Se si aggiunge poi che lo Stato centrale non è riuscito a dare nessuna risposta concreta né in materia fiscale né sul fronte dell' autonomia, il quadro generale che emerge da questa situazione è abbastanza preoccupante». Nello stesso intervallo di tempo (2007-2013), la contrazione del Pil e' stata molto pesante: nel Veneto la caduta è stata dell'8,7%, dato che risulta essere addirittura peggiore della tendenza media nazionale (8%). L'altro drammatico aspetto che ha caratterizzato i piccoli imprenditori veneti e' stato l'elevato numero di sucidi che non ha avuto eguali in nessuna altra parte del Paese. Dal 2009 ad oggi, sottolinea la Cgia, sono stati una settantina circa i piccoli imprenditori veneti che si sono tolti la vita per ragioni economiche.
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