«Cesare Battisti non continui a scappare»

Il figlio del macellaio ucciso dai terroristi: non basta provare compassione per le vittime
BOLLIS CALTANA: CASO BATTISTI ADRIANO SABBADIN CON UNA FOTO DEL PADRE LINO SABBADIN UCCISO NEL FEBBRAIO DEL 1979 DAI PAC 13/02/2009 LIGHTIMAGE
BOLLIS CALTANA: CASO BATTISTI ADRIANO SABBADIN CON UNA FOTO DEL PADRE LINO SABBADIN UCCISO NEL FEBBRAIO DEL 1979 DAI PAC 13/02/2009 LIGHTIMAGE
CALTANA. «Sono contento che Cesare Battisti abbia affermato che ha compassione per le vittime degli omicidi per il quale è stato condannato. Ha fatto un passo in avanti rispetto alle posizioni precedenti. Intanto continuiamo ad aver piena fiducia nella giustizia brasiliana, nel Tribunale Supremo Federale e nella condotta del presidente del Brasile Michel Temer».


A dirlo è Adriano Sabbadin il figlio di Lino Sabbadin il macellaio trucidato dai terroristi, tra cui Cesare Battisti, dei Pac, i Proletari Armati per il Comunismo, il 16 febbraio 1979 a Caltana di Santa Maria di Sala.


Sabbadin non parla di vendetta ma ribadisce di volere giustizia, per l’uccisione del padre 38 anni fa. Le parole di Battisti sulla compassione per le vittime, arrivano dopo che presidente della Prima sezione del Tribunale Supremo Federale (Tsf), Luiz Fux, chiamato a pronunciarsi su una richiesta di “habeas corpus” presentata dalla difesa dell’ex militante dei Pac, ha annullato l’udienza per un difetto di procedura. A suo parere, la richiesta di libertà non ha più i presupposti che aveva invece il 5 ottobre scorso quando Battisti era stato fermato e poi arrestato al confine tra Brasile e Bolivia. Dopo una breve udienza, il presidente Fux ha ordinato la fissazione di una nuova udienza per la prossima settimana, in cui la corte avrà tre opzioni: accogliere il ricorso, respingerlo perché infondato, trasmetterlo al plenum, 11 membri.


Dal canto suo Battisti in questi giorni ha accusato qualcuno di aver organizzato nei suoi confronti una trappola e si dice sicuro che le sue richieste verranno accolte.


Il figlio del macellaio assassinato a Caltana quasi 40 anni però non la pensa così. «Battisti abbia il coraggio», dice Adriano Sabbadin, «di assumersi le sue responsabilità conseguenti alle sentenze emesse dalla giustizia italiana e non cerchi si sottrarsi come ha fatto finora scappando da un paese all’altro».
(a.ab.)


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